Federmeccanica: a Varese cresce nonostante Trump

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VARESE – Continua anche nel primo trimestre del 2018 la fase espansiva dell’attività produttiva metalmeccanica in Italia con un aumento dei volumi del 4,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, come documentato dall’ultima indagine congiunturale redatta da Federmeccanica. Su questo trend si addensano però le nubi dei segnali di rallentamento diffusi nell’intera area comunitaria.

La situazione internazionale

A livello di singoli comparti sul piano nazionale crescono le attività della fabbricazione di prodotti di metallo (+7,8%), di macchine e apparecchi meccanici (+4,4%) e di altri mezzi di trasporto (+6%) grazie, in quest’ultimo caso, all’effetto traino, tra gli altri, dell’aerospazio; frenano invece le costruzioni di autoveicoli (+0,5%) e la produzione di computer, elettronica e strumenti di precisione (-1,6%).
Sempre a livello nazionale aumentano anche i flussi di export con una crescita del 3% sui mercati esteri, seppur non indistintamente: è infatti il frutto di un forte irrobustimento delle vendite nei Paesi dell’Unione Europea (+7,2%) e di un calo (-2,4%) registrato invece nelle esportazioni al di fuori di essa.
Una fase espansiva, quella oltre confine, che dovrebbe comunque continuare secondo le aspettative delle imprese. Il clima di fiducia è confermato dal portafoglio ordini estero in crescita; incombono tuttavia le incognite e le recenti notizie non certo positive di oltre Atlantico, prime fra tutte l’introduzione dei dazi su alluminio e acciaio da parte dell’Amministrazione Trump, le eventuali sanzioni Usa verso Russia e Iran e la crescita dei prezzi delle materie prime.
È in questo contesto che si innesta l’appello di Giovanni Berutti, presidente del Gruppo merceologico “Meccaniche” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese: «Ci rivolgiamo al nuovo Governo. Dopo anni di crisi del settore e di sacrifici di aziende e lavoratori, oltre che delle nostre famiglie, finalmente il quadro congiunturale ci dà ragione della strada intrapresa. L’appello è, dunque, che le decisioni di politica economica che verranno prese siano ispirate e coerenti con l’obiettivo di permettere alle aziende italiane di poter contare su una politica industriale, come quella impostata negli ultimi anni, in grado di sopportarle nei processi di innovazione tecnologica e di miglioramento della produttività. Anche questo serve per affrontare le turbolenze internazionali e rimanere competitivi sui mercati».

La situazione a Varese

Anche i dati del settore metalmeccanico in provincia di Varese confermano una situazione di miglioramento produttivo da non sprecare. Per il primo trimestre 2018, la congiuntura del settore a livello locale, secondo l’ultima rilevazione sul primo trimestre del 2018 effettuata dall’Ufficio Studi dell’Unione Industriali, registra principalmente un orientamento alla stabilità, in linea con le prospettive evidenziate in chiusura d’anno. Sotto il profilo produttivo, la maggior parte delle imprese meccaniche e siderurgiche intervistate (56,4%) ha segnalato livelli in linea con il trimestre precedente. Il Presidente del Gruppo merceologico “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie” di Univa, Dario Gioria ha tuttavia dichiarato: «Lo scenario commerciale internazionale del settore nella nostra provincia da una parte, conferma quanto l’Europa rappresenti per le nostre imprese quasi un mercato ormai domestico; dall’altra, la forte presenza sul mercato statunitense non può che portarci a guardare con preoccupazioni l’introduzione dei dazi Usa sui prodotti siderurgici e metallurgici. Serve con urgenza una guida forte al governo del nostro Paese. Una guida in grado di dare la giusta, ma allo stesso tempo ferma e convinta, posizione dell’Italia nel quadro dell’Unione Europea e della moneta unica; e anche capace di dare il proprio contributo a Bruxelles perché si riesca a sventare un ampliamento della guerra commerciale che farebbe solo del male ad imprese così fortemente internazionalizzate come quelle varesine della meccanica e della siderurgia».

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