La Regione: la riforma sanitaria va. Il Pd: non sta funzionando

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MILANO – Dal 30 gennaio 2018, data di arrivo delle prime lettere, sono 257.998 su 3.057.519 (8,44%) i pazienti cronici che hanno deciso di aderire alla presa in carico secondo il modello offerto dalla Legge 23 di riforma del sistema sanitario regionale. A 140.724 di loro è già stato realizzato il Pai (Piano assistenziale individualizzato).Questo il dato fornito dall’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, durante la conferenza stampa organizzata per illustrare un primo
focus sull’attuazione della presa in carico offerta agli oltre 3 milioni di pazienti cronici lombardi.

Riforma senza pari in Italia

“Quella che stiamo mettendo in campo – ha sottolineato l’assessore – è una riforma che non ha pari in Italia e in Europa. Stiamo costruendo un modello che ci consentirà di superare quella frammentazione che impedisce il dialogo tra la medicina del territorio e quella ospedaliera e che consentirà l’accompagnamento personalizzato del paziente cronico, che migliorerà la qualità della sua vita. Un sistema che richiederà i tempi necessari per una trasformazione radicale della situazione attuale che certo non possono stimarsi in poche settimane o mesi”.

Tavoli di lavoro per risolvere le criticità

“Prima di entrare a regime, come ogni sperimentazione – ha aggiunto – deve essere affinato. Lo stiamo già facendo, mettendo in campo Tavoli di lavoro con i medici di medicina generale, gli Ordini dei medici e le strutture ospedaliere per risolvere alcune criticità, da quelle di tipo informatico a quelle di responsabilità del clinical manager che stila il Piano”.

Medici di medicina generale

“Il nostro obiettivo – ha concluso Gallera – è quello di gestire e accompagnare il paziente cronico nel suo percorso di cura che sarà possibile solo attraverso un rafforzamento della medicina del territorio e del ruolo dei medici di medicina generale che restano per noi i veri protagonisti della riforma. Per questo abbiamo riaperto il dialogo confidando che la loro percentuale di adesione possa raggiungere il 100 per cento”.

Le critiche del Partito democratico

Secondo Samuele Astuti, consigliere del Partito democratico, la situazione descritta dall’assessore Gallera non corrisponde alla realtà. In una nota, Astuti afferma: “Tre milioni di lettere inviate e meno di sessantamila pazienti cronici che hanno, ad oggi, un piano personalizzato di cura con il nuovo sistema, meno del 2% dei lombardi che hanno una o più patologie croniche. I numeri sono impietosi e certificano che la riforma voluta da Giulio Gallera non sta funzionando. L’assessore è costretto a fare i giochi di prestigio con i dati per mascherare la dura realtà. Il picco negativo riguarda gli ospedali, pubblici e privati, a riprova del fatto che la presa in carico ha senso se mette al centro il rapporto tra il medico di base e il paziente, non un anonimo call center. La riforma è un flop e va cambiata.”

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