‘Ndrangheta 2.0: arresti e perquisizioni tra Varese, Como e Milano

ndrangheta guardia di finanza

MILANO – Ieri, venerdì 13 maggio, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, hanno arrestato due soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione mafiosa, favoreggiamento, frode fiscale, bancarotta, intestazione fittizia e possesso illegale di armi, aggravati dal metodo mafioso sul territorio di Varese, Como e Milano.

Preso un ergastolano

In particolare, il primo dei due arrestati, un 64enne originario di Giffone, già detenuto in quanto condannato in via definitiva per associazione mafiosa quale “capo società” della Locale di Fino Mornasco, in provincia di Como, nell’ambito dell’operazione “La Notte dei Fiori di San Vito” e condannato in secondo grado all’ergastolo come mandante di un omicidio.

L’uomo è accusato di aver gestito i suoi affari nonostante la reclusione impartendo disposizioni ai suoi uomini, tra cui un violento pestaggio nei confronti di un soggetto debitore di somme di denaro. Inoltre, è accusato di essere amministratore di fatto, per il tramite di uomini di fiducia, di numerosi esercizi commerciali intestati fittiziamente a terzi e di aver praticato prestiti a usura.

Infine, dalle indagini è emerso anche come, ai fini del soddisfacimento delle esigenze della sua organizzazione, tra cui il mantenimento dei detenuti, tramite una serie di reati in materia fiscale e commerciale, abbia raccolto illecitamente ingenti liquidità.

Nascosti nel maneggio 55 mila euro

La seconda persona arrestata, originaria del catanese, ma residente nel comasco, è invece accusata di aver fornito un supporto logistico all’associazione mafiosa, partecipando agli scavi e mettendo a disposizione la strumentazione per eseguirli, al fine di fare in modo che potesse recuperare la somma di 55 mila euro occultata all’interno di un maneggio nel comasco. Quest’ultimo, riconducibile all’associazione, è stato sottoposto a sequestro nell’ambito di apposita misura di prevenzione patrimoniale.

I provvedimenti in questione sono stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, su richiesta della Procura della Repubblica, nell’ambito di una complessa indagine che, già nel novembre del 2021, aveva portato all’arresto di 54 soggetti indagati per i medesimi reati nonché per estorsione, ricettazione, riciclaggio e corruzione.

Estorsioni a imprenditori e cittadini

In particolare, l’indagine aveva fatto luce sull’operatività di famiglie di ‘ndrangheta operanti sulle province di Milano, Como e Varese, nonché sulle loro proiezioni in Svizzera. Nel corso delle indagini, che hanno documentato anni di storia criminale del territorio lombardo, sono stati fotografati tre periodi storici, caratterizzati da altrettante modalità di assoggettamento del territorio.

Tra il 2007 e il 2010 ci sono stati numerosi episodi di estorsione in danno di imprenditori locali, tra il 2010 e il 2019 estorsioni a cui si è aggiunto il controllo e la gestione economica di appalti particolarmente remunerativi relativi. Questi erano al servizio di pulizia di grandi imprese ottenuti dall’organizzazione grazie alla “collusione” di un imprenditore che si presentava quale “faccia pulita”, titolare formale di cooperative operanti nel settore, cooperative con le quali veniva ideato e attuato un articolato sistema di frode finalizzato all’evasione fiscale attraverso cui veniva finanziata l’associazione di stampo mafioso. Infine dal 2018 ad oggi sono ripresi su larga scala gli episodi di estorsione in danno di piccoli e medi imprenditori e, anche, di semplici cittadini.

Spaccio e traffico di droga

Oltre a questa ‘ndrangheta 2.0 attiva nel tessuto economico e imprenditoriale lombardo non sono mancate, però, le consuete attività tipiche delle grandi organizzazioni mafiose, in particolare, il traffico di stupefacenti rispetto al quale emergevano le mire espansionistiche verso la Svizzera e, in particolare, il Cantone San Gallo divenuto una vera e propria base logistica per alcuni dei soggetti indagati che vi si erano stabilmente insediati. Al riguardo, è stata determinante la costituzione di una Squadra Investigativa Comune tra l’Autorità Giudiziaria Italiana e il Ministero Pubblico della Confederazione per la Svizzera.

Gli arresti di ieri, venerdì 13 maggio, eseguiti dalla Squadra Mobile di Milano e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Como, aggiungono un ulteriore tassello all’indagine raggiungendo altri due indagati non colpiti, al tempo, dalla prima serie di provvedimenti emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia meneghina. In concomitanza agli arresti sono state eseguite perquisizioni con contestuale sequestro di copioso materiale probatorio in Lombardia e in Calabria.

ndrangheta varese como milano guardia di finanza – MALPENSA24