Nel governo più potere a Varese con Candiani e Galli sottosegretari

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ROMA – Nella folta pattuglia dei vice ministri e dei sottosegretari del governo Conte trovano posto due esponenti leghisti della nostra provincia, i tradatesi Stefano Candiani e Dario Galli, che vanno così a completare il quadro del potere varesino nei palazzi romani. Con loro, nello strategico ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio c’è Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega che sarà l’ombra del premier a Palazzo Chigi, e il gallaratese Marco Bussetti,  già dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Milano e ora ministro della Pubblica Istruzione.
Candiani e Galli sono stati nominati nella serata di martedì 12 giugno durante la riunione del Consiglio dei ministri e vanno ad occupare le caselle del ministero dell’Interno (Candiani) e dello Sviluppo Economico (Galli). Il primo accanto a Matteo Salvini, il secondo accanto a Luigi Di Maio, i leader di Lega e Cinque Stelle e vice di Giuseppe Conte.

Due tradatese, due sindaci

La singolarità della nomina di Galli e Candiani è che tutti e due sono di Tradate, tutte e due hanno ricoperto la carica di sindaco della città. Galli, nominato una seconda volta primo cittadino dopo l’interruzione alla guida di Villa Recalcati, è tutt’ora in carica. Una promozione sul campo, possiamo dire, per due leghisti della prima ora, portabandiera della rinascita leghista impostata da Salvini. Candiani è addirittura considerato l’uomo di fiducia del segretario del Carroccio, che l’ha da prima spedito in Sicilia come commissario del partito per gestire le elezioni amministrative nell’isola e adesso l’ha voluto accanto  a sé nel delicato e decisivo dicastero al Viminale. Per Stefano Candiani si parlava pure della presidenza del gruppo leghista di Palazzo Madama dopo la nomina a ministro di Gian Marco Centinaio, ma invece di un ruolo politico si è preferito per lui un compito operativo.

Gli esclusi

Dalla folta pattuglia dei sei vice ministri e dei 39 sottosegretari restano fuori gli altri varesini in predicato di una promozione, il leghista Matteo Bianchi e il grillino Gianluigi Paragone. Ma non è detto che per loro, neo eletti a Montecitorio, siano in serbo incarichi in qualche ente collaterale al governo. I partiti di maggioranza hanno accelerato sul completamento della squadra dell’esecutivo anche per evitare che le contrapposizioni sulle nomine potessero sfociare in un pesante contenzioso politico tra gli “azionisti” di maggioranza. L’intesa trovata dopo un ultimo, teso vertice consente ora di formare le commissioni permanenti di Camera e Senato e, quindi, di far partire l’attività parlamentare e legislativa sinora bloccata.

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