Svizzera, nessuna necessità di richiudere i valichi di confine di notte

valichi di confine di notte

BELLINZONA – Lo scorso giugno, il Consigliere Nazionale Marco Chiesa sottoponeva al Consiglio Federale un’interrogazione, nella quale chiedeva se la riapertura notturna dei valichi di frontiera non fosse in realtà una decisione presa a causa di pressioni estere, e che quindi potesse non essere la scelta migliore per la sicurezza dei ticinesi.

Riapertura notturna dei valichi secondari

All’interno dell’interrogazione, intitolata appunto “Riapertura notturna dei valichi secondari: decisione inopportuna per la sicurezza della popolazione ticinese forse frutto di pressioni estere?”, Chiesa chiede se il CF sia disposto a rivedere la sua decisione di riapertura notturna dei valichi secondari, considerata “l’escalation criminale a cui abbiamo assistito in Ticino”. A tal proposito, il CF risponde che, pur essendo consapevole della preoccupazione dei cittadini per via dei bancomat fatti esplodere per poi svuotarli, attualmente non ravvisa alcuna necessità di richiudere i valichi di confine. “Infatti, la statistica criminale del Canton Ticino evidenzia in particolare il calo, da diversi anni, dei furti con scasso. Per quanto riguarda i cinque bancomat fatti esplodere dal 2018, la polizia cantonale ticinese è riuscita a stabilire che i criminali erano arrivati in Svizzera attraverso il confine verde. Di conseguenza, non vi è alcun collegamento tra questi furti e un’eventuale chiusura notturna dei valichi secondari”, si legge nella risposta. La chiusura dei valichi porterebbe dunque pochi vantaggi.

Il ruolo dell’Italia

Per quanto riguarda la possibilità di un nuovo periodo di test sulla chiusura dei valichi, il Consiglio federale ritiene che la situazione non è cambiata in modo tale da giustificare un nuovo periodo di test, considerato inoltre che i valichi sono sorvegliati in modo completo con altri mezzi, come le telecamere. Nell’interrogazione, Chiesa pone inoltre l’accento sul ruolo dell’Italia e più in generale dell’UE nella decisione di riaprire i valichi, percepita come un modo per evitare una tirata d’orecchi a causa del mancato rispetto dell’accordo di Schengen. Un aspetto che sicuramente ha avuto il suo peso dato che il CF afferma che “la chiusura notturna dei valichi secondari deve essere valutata nell’ottica della partecipazione della Svizzera a Schengen e delle relazioni bilaterali con l’Italia. La collaborazione è molto stretta e proficua in particolare nell’ambito della migrazione. Anche la collaborazione relativa alla sicurezza viene costantemente sviluppata, al fine di combattere in modo più efficace la criminalità transfrontaliera”. Ma il Consiglio federale tiene a precisare che nella decisione presa, è stato data grande importanza soprattutto alla sicurezza della popolazione.

Lo stato dei presidi di confine

E infine, per quanto riguarda lo stato dei presidi di confine, alcuni secondo Chiesa sarebbero da rivalutare in quanto considerati più sensibili, il Consiglio federale afferma di confrontare “le esigenze di sicurezza al confine con i costi che ulteriori misure di controllo comporterebbero per l’economia, l’ambiente e la mobilità della popolazione, ritiene che il livello di sicurezza in Svizzera sia elevato e ben equilibrato rispetto ai costi”.

Fonte: Ticinonews.ch 

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