“No inceneritore”: l’urlo della piazza di Borsano contro il salvataggio di Accam

BUSTO ARSIZIO – La piazza di Borsano è “No Accam”. Un centinaio di persone, e una serie di striscioni e di cartelli “No inceneritore” per rialzare la voce della protesta contro il salvataggio dell’impianto di Borsano, previsto dal piano di risanamento con la Newco tra Agesp e ALA approvata nell’ultima assemblea dei soci Accam. Un’iniziativa promossa dal comitato spontaneo No Accam che è un ritorno al passato, alle battaglie del quartiere contro il “mostro” di Strada per Arconate che hanno caratterizzato gli scorsi decenni. Tanto che Alessandro Barbaglia, già portavoce del comitato ecologico di Borsano, ha rispolverato per l’occasione la storica maglietta “Comune, Provincia, Regione: Busto non sarà il vostro bidone“, che risale addirittura al lontano 1996.

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Comitato No Accam, e non solo

«Eravamo partiti con il timore di rimanere i soliti quattro gatti, o “quattro sfigati” come dice qualcuno – sottolinea soddisfatto Stefano Marchionna del comitato spontaneo No Accam – siamo un centinaio, nonostante la zona rossa, che ha tenuto lontane tante persone da fuori Busto, e abbiamo avuto con noi i tre sindaci che hanno detto No a firmare dei fogli A4 in bianco chiamati piani industriali, di cui non si conoscono i termini». A fianco del comitato, che ha promosso una petizione per lo spegnimento dell’inceneritore che ha già raccolto 1500 firme, spicca l’impegno e la presenza di Legambiente Busto Verde: «Il territorio di Busto e comuni limitrofi è già compromesso da molte forme di inquinamento, ma quello prodotto dall’inceneritore può e deve essere eliminato». Il fatto che l’assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo abbia «quantificato in 20 milioni di euro la bonifica» dall’inquinamento di Accam, «dà la misura del problema», per gli ambientalisti del Cigno Verde, che chiedono «una pausa e una bonifica» del territorio. Non è la solita campagna “non nel mio giardino”, ma “non tutto nel mio giardino”. Busto ha già dato tanto».

I sindaci del No

In piazza anche i sindaci dei “Comuni del No”, quelli che in assemblea dei soci si sono opposti al piano di salvataggio di Accam: Roberto Colombo di Canegrate, Giuseppe Pignatiello di Castano Primo e Gilles Ielo di Rescaldina. «Continueremo a batterci per la chiusura dell’inceneritore – la promessa, nelle parole di Colombo – anche portando le nostre istanze e segnalazioni all’Anac e alla Corte dei Conti».

Le candidate sindaco di Busto

Con loro, come annunciato, anche due delle candidate sindaco di Busto Arsizio, Amanda Ferrario designata dalla coalizione M5S-Verdi e Chiara Guzzo della “Sinistra Chiara” (appoggiata dal PCI). «L’inceneritore non contribuisce alla sostenibilità ambientale, ma inquina e drena ingenti risorse economiche alla città, non vengono presentati i bilanci di Accam da due anni e il piano di ristrutturazione presentato è privo di contenuti – le parole di Amanda Ferrario – sono dell’idea che Accam abbia fatto il suo tempo. È ora di voltare pagina. Ci vuole coraggio per farlo. Si deve cambiare sindaco e anche governo della città. È stato bello incontrare volti noti e cittadini che dicono NO all’inceneritore. Insieme possiamo!». Anche per Chiara Guzzo l’inceneritore «è da chiudere, è un’operazione fallimentare che porta via risorse e salute ai cittadini. La lotta è da portare avanti, ma occorre passare anche per i fatti concreti. I dipendenti di Accam? Con la riconversione si potranno ricollocare, anche nei comuni soci».

La sinistra “unita” in piazza

Molta politica da sinistra da Busto Arsizio: in piazza i consiglieri del M5S Luigi Genoni e Claudia Cerini e il neo-consigliere di sinistra Salvatore Vita, ma anche il coordinatore cittadino dei Verdi Andrea Barcucci, i rappresentanti di Sinistra Italiana Carlo Stelluti e Aldo Altieri, il segretario del PCI Cosimo Cerardi, e ancora La Sinistra Chiara con Elis Ferracini («siamo un sacco incazzati» ha affermato, indossando un sacco nero dell’immondizia) e il Movimento X con Laura Bignami e Giampaolo Sablich. E da Castellanza il consigliere Michele Palazzo. «I sindaci vogliono condannarci a convivere altri trent’anni con questo impianto, solo per salvare una situazione di gestione compromessa dovuta anche a loro scelte – rimarca la consigliera pentastellata Claudia Cerini – ora il piano dovrà passare di nuovo in consiglio comunale a Busto: non rispetta nulla dell’indirizzo della chiusura al 2027, visto che prevede quantomeno il mantenimento in attività dell’inceneritore fino al 2032. Speriamo che i consiglieri di Busto stavolta facciano l’interesse dei cittadini. Noi continueremo a fare pressione con altre iniziative come questa».

Bignami: «Svegliatevi»

Dalla già senatrice Laura Bignami, borsanese, arrivano una serie di appelli, rivolti ai suoi concittadini in primis. «Innanzitutto che le persone indaghino su cosa ci sta sotto a questo affare, che è per pochi a danno di tutti. E che si spendano questi soldi non per il salvataggio di Accam ma per la bonifica, perché questo terreno ha già dato. Voltiamo pagina per entrare nella vera, autentica, economia circolare». E ancora: «Svegliatevi tutti – l’appello di Bignami – questa amministrazione deve andare a casa, e la prossima amministrazione pensi davvero al benessere e alla salute della popolazione. E poi vogliamo vedere il piano industriale, che non c’è».

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