No Accam, petizione da 1500 firme. Comitato di Borsano pronto alla trincea

BUSTO ARSIZIO – Il fronte “No Accam” non molla la presa, nonostante il via libera dell’assemblea al piano di salvataggio della società che gestisce l’inceneritore di Borsano. Il comitato spontaneo No Accam e Legambiente rilanciano la petizione per la chiusura dell’inceneritore, che ha raccolto in pochi giorni 1500 adesioni, mentre il comitato ecologico Inceneritore e Ambiente di Borsano è pronto a tornare a «far suonare le campane» contro Accam, per far ripartire la battaglia contro l’impianto. Il Movimento Cinque Stelle se la prende con i “voltafaccia” del sindaco di Legnano Lorenzo Radice e della Lega di Busto: «Si dice economia circolare ma a circolare a Borsano saranno ancora i rifiuti speciali di tutta Italia. Questa è l’unica certezza».

M5S contro Radice

Durissima Claudia Cerini, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle a Busto Arsizio, dopo il via libera al piano di salvataggio di Accam: «Se non mi stupisce la soddisfazione di Antonelli, che di certo non ha a cuore il benessere dei propri concittadini – le parole dell’esponente pentastellato – mi stupiscono le parole di un sindaco che vuole rappresentare le nuove generazioni, Radice: come si può dire andiamo in una direzione green e contemplare l’incenerimento per i prossimi 20 anni? Forse perché a Legnano non arrivano 123 camion al giorno e non si respirano i fumi di Accam».

M5S contro la Lega

Nel mirino del M5S anche la Lega: «in questo ultimo mese è passata dal dire che Accam andava chiuso perché inefficiente, ad accettare qualsiasi condizione pur di andare avanti». E Agesp, di cui è «amministratore unico in quota Lega Giampiero Reguzzoni»: Cerini chiede se «si accollerà il 40% dei debiti di Accam. Almeno 4 milioni di euro che i cittadini di Busto Arsizio si ritroveranno a dover pagare con la Tari. Già aumentata due volte sotto l’amministrazione Antonelli».

La petizione “No Accam”

Il comitato spontaneo No Accam rilancia, in tandem con il circolo di Legambiente Busto Verde, la petizione lanciata su change.org «per la chiusura immediata dell’inceneritore Accam». Con un appello: «Facciamo sentire la nostra voce, non abbassiamo la testa». Secondo il comitato, l’impianto di Borsano «è in vita da troppi anni e da troppi anni si ripete che è ormai ampiamente superato, deve essere dismesso rapidamente. Non ha più futuro, è un cadavere ambulante e può chiudere già da domani. È obsoleto, con un impatto non indifferente sulle emissioni e produce poca energia come ha dichiarato l’assessore Cattaneo in Consiglio regionale».

Il comitato di Borsano

L’inserimento nel piano di salvataggio del concetto di economia circolare non convince il comitato ecologico “Inceneritore e Ambiente” di Borsano: «Vogliamo vedere i fatti concreti, basta prese in giro – tuona il portavoce Adriano Landoni – serve un piano di dismissione dell’inceneritore. Si può fare ed è questo che a noi interessa. Altrimenti a Borsano faremo suonare le nostre campane e torneremo in trincea come abbiamo già fatto, per tutelare la nostra salute e l’ambiente». Come ai tempi delle battaglie con lo storico parroco don Enrico Merlo in prima linea.

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