Busto, caso Coop in consiglio: Antonelli se ne va, giunta in silenzio, opposizioni quasi

BUSTO ARSIZIO – Imbarazzo generale in consiglio comunale sul caso Coop: la tanto attesa interrogazione di Busto al Centro, depositata un anno e mezzo fa, arriva finalmente in discussione, all’indomani dell’emergere dell’indagine per abuso d’ufficio a carico del sindaco Emanuele Antonelli. Ma il dibattito è surreale: il sindaco abbandona l’aula, la giunta si limita ad una scarna relazione, letta dalla vicesindaco Manuela Maffioli, che non entra nel merito e si trincera dietro al segreto professionale della difesa, le opposizioni non affondano il colpo e non chiedono nulla sull’indagine della Procura di Busto Arsizio. E fa particolarmente scalpore il silenzio del PD: assordante, perché dai consiglieri Dem non arriva nessun intervento.

Le assenze

Doveva essere il punto clou della serata, ma la discussione si esaurisce in mezz’ora, poco più del tempo dedicato in precedenza alla modifica di un comma del regolamento di polizia urbana sul problema della pulizia dei marciapiedi con l’acqua nel periodo invernale. Il sindaco Emanuele Antonelli abbandona l’aula (fisicamente, visto che era in presenza in sala consiliare), con lui il vicesegretario Claudio Vegetti, che è tra i citati in causa dalla Coop, e l’avvocato del Comune Maria Antonietta Carra, che «non presenziano per motivi di opportunità», come fa notare il presidente del consiglio comunale Valerio Mariani.

L’interrogazione di BaC

«Il sindaco venga in consiglio e spieghi» aveva chiesto il gruppo Busto al Centro esattamente un anno e mezzo fa quando fu depositata l’interrogazione. «Datata 23 settembre 2019, presentata dopo le notizie della citazione da parte di Coop per presunti danni, e rinviata perché si è ritenuta non opportuna una discussione che avrebbe potuto nuocere alla linea difensiva del Comune – sottolinea Laura Alba, consigliere di BaC – ora è opportuno, dopo che la vicenda è diventata di dominio pubblico, che si parli compiutamente di questo tema. Siamo interessati a ciò che attiene ai risvolti sul bilancio comunale, non a fatti relativi a responsabilità personali, anche se non è facile definire il confine tra i due aspetti». In particolare, BaC vorrebbe avere «esaurienti informazioni sui contenuti delle pretese di Coop» e informazioni sulle azioni legali e amministrative intraprese «a difesa e protezione degli interessi del Comune».

Le (non) risposte della giunta

Ma il sindaco in aula non c’è, e lascia al vicesindaco Manuela Maffioli l’incombenza di rispondere all’interrogazione. Poco più che la consegna del silenzio: perché dopo aver ricordato l’«atto di citazione complesso», con la richiesta di «risarcimento del danno da 5,5 milioni, per supposti mancati adempimenti», e il fatto che «l’amministrazione ha approvato la costituzione in giudizio affidando l’incarico all’avvocatura comunale, integrata con un avvocato esterno» (Raffaella Muroni), la numero due della giunta Antonelli taglia corto affermando che «si ritiene allo stato di non poter ulteriormente pubblicamente entrare nel merito della vicenda per non compromettere la difesa e per tutelare il segreto professionale». Ai consiglieri viene suggerito di «rivolgersi all’avvocatura che, nel rispetto del segreto d’ufficio e professionale, potrà essere d’ausilio».

Le opposizioni «perplesse»

Dall’opposizione arriva solo qualche ulteriore chiarimento sul ruolo delle assicurazioni e sugli accantonamenti a bilancio in previsione di un’eventuale soccombenza. Per Luigi Genoni (M5S) «sarebbe stata opportuna la presenza del sindaco, ha perso un’occasione importante per rispondere». Gianluca Castiglioni (BaC) si dice «perplesso» della risposta «non esaustiva». Dalla maggioranza interviene solo Paolo Genoni (Idee in Comune), che si dice «sconcertato» dal riferimento dell’interrogazione di BaC sulle «motivazioni di contrasto, se non personali, perlomeno di tipo politico, che andrebbero immediatamente chiarite e ancor meglio smentite».

Le risposte dell’amministrazione

Le uniche risposte arrivano dall’assessore al bilancio Paola Magugliani, che ricorda che «il bilancio del Comune è solido» e quindi «in grado di affrontare» eventuali spese nel caso fosse soccombente nella causa, e dall’avvocato Carra, che chiarisce che «le assicurazioni sono parte in causa, perché l’amministrazione ha chiesto l’autorizzazione alla loro chiamata in causa e il giudice ha concesso l’autorizzazione». E in consiglio comunale è tutto, ora si torna nelle aule del Tribunale: prossima udienza a giugno.

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