«Non voglio l’elemosina ma lavorare». Johnbull pulisce gratis le strade di Sesto

sesto nigeriano pulisce strade

SESTO CALENDE – «Non chiedo l’elemosina, voglio integrarmi. Da oggi pulirò le vostre strade». Si chiama Johnbull Nosakhare, ha trent’anni e viene dalla Nigeria. Nei giorni scorsi è stato avvistato sull’Allea di Sesto Calende armato di scopa e paletta a ripulire la passeggiata sul lungofiume. La sua storia era scritta su un cartello appoggiato a terra.

Non voglio l’elemosina

Ovunque va Johnbull Nosakhare attira l’attenzione. Silenzioso, lavora per ore tirando a lucido gli spazi pubblici. Da due anni gira le province di Varese, Como e Milano ricevendo offerte e tanti complimenti. Perché un conto è stare seduto a terra chiedendo una moneta, un altro è guadagnarsi da vivere. «A chi volesse chiedo un contributo per il mio lavoro», scrive sul cartello. In tanti a Sesto Calende lo hanno fatto, anche perché tra bicchieri di plastica, mozziconi, foglie, deiezioni canine e mascherine abbandonate, il lavoro sul lungofiume di certo non manca. Lui ha fatto tanti piccoli mucchietti prima di raccogliere con la paletta la sporcizia e gettarla in un sacco.

sesto nigeriano pulisce strade

La patente da mulettista

Johnbull si ferma soltanto per raccontare la sua storia. Arrivato in Italia nel 2019 dall’Africa, ha un alloggio a Varese. Parla inglese e francese, ha la patente per guidare il muletto e sogna un lavoro stabile. Finora ha trovato soltanto impieghi saltuari con qualche cooperativa e la pandemia non ha fatto altro che aumentare a dismisura le difficoltà. Così si è inventato un modo per tenersi occupato, guadagnarsi da vivere e fare qualcosa di utile.

I complimenti di Fiano

Iniziò a pulire le strade di Varese, ma – racconta – i vigili lo allontanarono. Da allora la sua attività è diventata itinerante. A Milano, a febbraio 2020, attirò persino l’attenzione del deputato del Pd Emanuele Fiano che gli dedicò un post. «John – scrisse su Facebook ha deciso di provare ad integrarsi senza aspettare che qualcuno lo facesse per lui, di prendersi cura del suo metro quadrato di spazio pubblico con la dignità del lavoro, di trasformare in “suo” quello che spesso noi fatichiamo anche solo a considerare “nostro”. Una bella storia, una meravigliosa lezione di dignità e integrazione. Grazie John».

A Besozzo e Comerio accolti oltre 50 rifugiati in cinque anni

sesto nigeriano pulisce strade – MALPENSA24