Numeri del contagio in calo, solo i decessi non scendono. Fase 2, s’attende il governo

MILANO – Solo il dato dei decessi non cala: altri 115, dopo i 111 di ieri. Ed è l’unico, tra gli indicatori nel bollettino quotidiano di Regione Lombardia di oggi, 15 maggio, a non registrare una confortante tendenza discendente. In una giornata in cui si registra un numero record di guariti (ben 3.308), un ulteriore calo dei pazienti ricoverati (meno 21 nelle terapie intensive, meno 113 negli altri reparti Covid) e un numero decisamente più basso di nuovi contagiati in rapporto ai tamponi effettuati (299 casi positivi su 12.162 test processati). Nel frattempo slitta ancora la decisione sulle riaperture: dopo una giornata di confronto tra Regioni e governo si attendono il decreto legge quadro e il nuovo DPCM, il decreto del presidente del consiglio che fisserà le linee guida per la “seconda fase” della Fase 2, che parte lunedì 18 maggio.

Il riepilogo dei numeri

In Lombardia cresce in maniera significativa il numero dei guariti dal coronavirus: oggi, 15 maggio, sono in tutto 3.808 rispetto ai 653 di ieri e ai 1.113 di mercoledì. I casi positivi al Covid-19 nelle ultime 24 ore sono 299, in netta diminuzione rispetto a ieri, quando ne erano stati accertati 522. Lo certifica il tasso dei positivi in rapporto al numero dei tamponi effettuati: ieri e l’altroieri 3,6 e 3,7%, oggi sceso al 2,4%. Continuano a scendere anche i numeri dei ricoverati. Sia quelli in terapia intensiva, meno 21 per un numero totale di 276, che riporta indietro al dato del 5 marzo, prima del lockdown. Sia quelli negli altri reparti, che diminuiscono di 113 unità arrivando a 4.705. Nel punto stampa quotidiano da Palazzo Lombardia l’assessore alla protezione civile e territorio Pietro Foroni parla apertamente di «dati positivi», enfatizzando l’elevato numero di tamponi effettuato in un’ottica di screening di massa, e precisando che le analisi «andrebbero fatte ogni 3-4 giorni» per capire l’esatto trend.

I dati nelle province

Logicamente in picchiata anche i numeri nelle varie province lombarde, con Milano che scende a soli 66 nuovi casi, mentre Varese fa registrare appena 13 nuovi contagi, che portano il totale a 3.335 da inizio emergenza.

La “fase 2” nel limbo

«Purtroppo è paradossale che alle 17.30 di venerdì non si sappia ancora cosa succederà lunedì – fa notare polemicamente l’assessore Foroni – a quest’ora non ci sono ancora le definitive prescrizioni a cui le Regioni si devono attenere: è in corso questa verifica con il Governo, speriamo entro la giornata di poter definire come Regione tutte le situazioni. Vogliamo dare le risposte nel tempo più celere possibile. Come Lombardia abbiamo dato indicazioni, la Regione ha fatto la sua parte, con una volontà di riaprire il più possibile nel rispetto delle condizioni di sicurezza, ma queste condizioni di sicurezza ce le deve dare il Governo».

Altri 7,5 milioni di mascherine

Sempre Pietro Foroni annuncia la distribuzione di un altro stock di 7 milioni e mezzo di mascherine alle province tramite la protezione civile. «Un altro straordinario risultato reso possibile dall’impegno dei volontari di Protezione civile e dalla fattiva collaborazione di Anci e dell’Unione delle Province Lombarde, che hanno dato il loro apporto anche in questa occasione. A tutti loro va il mio personale grande ringraziamento. Con questa nuova distribuzione gratuita di mascherine, arriveremo a un totale di circa 26 milioni di pezzi», consegnati gratuitamente da Regione Lombardia per distribuirli a cittadini e categorie, dai tassisti alle forze dell’ordine fino alla Diocesi di Milano in vista della riapertura delle funzioni religiose. «Non vi è nessun obbligo giuridico o prescrizione normativa che imponga alle Regioni, fuori dal comparto sanitario, di fornire dispositivi alla popolazione civile – ricorda Foroni – ma ciò nonostante abbiamo voluto da subito venire incontro ai nostri concittadini. Siamo infatti gli unici in Italia a farlo in maniera così massiccia per dare un contributo concreto alla sicurezza della popolazione».

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