Guariti oltre 30mila, ma non calano i decessi. Ancora incertezze sulle riaperture

MILANO – Numeri ancora leggermente in chiaroscuro in Lombardia alla vigilia del 18 maggio, altra tappa fatidica della “Fase 2”. Perché se da una parte il numero dei guariti sfonda quota 30mila mentre quello dei ricoverati in terapia intensiva scende sotto le 300 unità, il dato dei decessi, ancora sopra i 100, continua a rappresentare una ferita e un monito in vista della ripartenza. La quale appare ancora colma di incertezze: l’attesa decisione di Regione Lombardia sulle riaperture è infatti slittata da oggi, 14 maggio, a domani, dopo il confronto con il governo sulle linee guida per le attività commerciali e della ristorazione.

Il riepilogo dei numeri

Non rinuncia all’ottimismo l’assessore al welfare Giulio Gallera, che mette in risalto «una buona notizia: i guariti completamente dal Covid-19, con il doppio tampone negativo, in Lombardia hanno superato quota 30.000, ben 653 in un giorno solo». Un dato che si accompagna a quelli più consolidati, come il «calo costante dei pazienti ricoverati: quelli in terapia intensiva sono 297, meno 10 rispetto a ieri, mentre nei reparti di medicina e pneumologia sono rimasti 4.818 pazienti, 189 in meno rispetto a ieri». Sul fronte dei casi positivi, nel report di oggi, 14 maggio, ci sono 522 nuovi contagi (che portano il totale a 83.820) su «più di 14 mila tamponi effettuati», come fa notare Gallera. Ieri si erano registrati 394 casi positivi su quasi 11 mila tamponi, il che vuol dire che il tasso di nuovi positivi in rapporto ai tamponi rimane sostanzialmente stabile (3,6% ieri, 3,7% oggi). Però i decessi tornano a salire: 111 contro i 69 di ieri, in controtendenza dopo giorni di oscillazione tra le 60 e le 70 unità.

I dati nelle province

In linea con i giorni scorsi anche i numeri sui territori. Sopra quota 100 solo le province di Milano e Brescia, che crescono in proporzione con il maggior numero di tamponi, mentre scendono i nuovi casi positivi in provincia di Varese: sono solo 20, dopo due giorni di risalita.

L’indice di contagio

Quel che più conta, per l’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi, che ha presenziato al punto stampa da Palazzo Lombardia, è «l’indice di contagio R0, sceso a 0,53 contro una media nazionale di 0,7. Un risultato frutto delle misure di contenimento e del senso di responsabilità della Lombardia». Gallera rimarca invece che «i nostri medici, infermieri e operatori stanno svolgendo un grande lavoro, sia all’interno delle strutture ospedaliere che sul territorio. Gli strumenti che abbiamo in messo in atto in modo strutturale accompagneranno tutti i lombardi verso una “nuova normalità” anche in ambito sanitario». Insomma, occorre avere fiducia, anche a scapito delle continue polemiche contro la sanità lombarda, che anche oggi hanno fatto di nuovo capolino anche nelle aule parlamentari.

Nodo riaperture

Rimangono incertezze invece sulla “nuova normalità” delle attività commerciali, con l’avvicinarsi della scadenza del 18 maggio, con le nuove riaperture. Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, dopo una videoconferenza con i sindaci lombardi, annuncia che «domani mattina (15 maggio) ci sarà un incontro con il nostro comitato tecnico scientifico e con il Governo che ci chiarirà quali aperture vuole fare il 18 maggio e quali sono le ulteriori linee d’azione che vuole adottare e che non ha ancora comunicato». Fontana non nasconde che «i sindaci sono preoccupati perché non ci sono ancora misure definitive da parte del Governo». Slitta quindi di un giorno la decisione della Lombardia sulle riaperture, che tiene sulle spine in particolare bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti.

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