Nuovo ospedale, per Gallarate una rivoluzione viabilistica e urbanistica

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GALLARATE – Due i grandi nodi da risolvere a Gallarate in vista dell’ospedale unico con Busto Arsizio: viabilità e riutilizzo delle aree e degli edifici dell’attuale Sant’Antonio Abate, che in larga parte verranno dismessi. Questioni che l’amministrazione di Andrea Cassani intende prendere di petto. Ma non potrebbe essere diversamente alla luce dell’importanza che esse rivestono per il futuro urbanistico e della stessa qualità della vita in città. E allora, all’indomani del summit tenuto settimana scorsa a Milano con il governatore Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, Palazzo Borghi ha provveduto a inviare le proprie proposte per quanto riguarda l’accessibilità alla nuova struttura sanitaria che sorgerà a ridosso della superstrada 336 e del Sempione. Tutto rinviato a un confronto più ampio per quanto concerne invece le scelte sui vecchi immobili, benché una prima discussione avverrà mercoledì 24 luglio in commissione capigruppo, convocata attorno ai temi ospedalieri.

Gli aggiustamenti alla viabilità

Per quanto riguarda il riordino viabilistico, Gallarate propone la riqualificazione e il prolungamento di via Fabio Filzi, con una rotonda al di là della superstrada così da collegarsi con una nuova arteria, già prevista da Anas, che dovrebbe correre a fianco della 336 per innestarsi su via Calatafimi e, quindi, arrivare al nosocomio. Un reticolato di vie che faranno corona alla superstrada della Malpensa, al Sempione e alla progettata 341, arteria programmata da anni ma sempre rimasta lì. Una strada che dovrebbe collegare la Milano-Laghi con la zona di Samarate, sfiancando appunto l’edificio sanitario da costruire. Nelle intenzioni del Comune, questa rivoluzione viabilistica dovrebbe sgravare viale Milano, cioè il Sempione, dall’impatto degli utenti dell’ospedale in arrivo da Nord. Andrea Cassani avverte che il collegamento tra via Filzi e via Sicilia è irrinunciabile e, se non realizzato da Anas, dovrà essere comunque finanziato dalla Regione. Del resto, come sottolineato dallo stesso governatore Fontana, Palazzo Lombardia metterà a disposizione le somme per il riordino della viabilità. “Per quanto ci riguarda – afferma il sindaco di Gallarate – abbiamo cercato di ridurre al minimo l’impatto ambientale delle nuove strade”.gallarate cassani ospedale viabilità

Le previsioni sui flussi di frequenza

La direzione generale dell’Asst ha realizzato uno studio su quante persone, divise per fasce orarie, potrebbero usufruire del nuovo ospedale: poco più di 9000 accessi al giorno, nei giorni di punta. Una stima che comprende, oltre agli utenti, personale, fornitori e addetti ai servizi. Un numero alto, che raccoglie tutti gli utenti del bacino di riferimento, compreso il Bustese. Un numero che, appunto, richiede una accessibilità facile, che non generi intoppi. Servono anche i parcheggi, perlomeno 3000 posti auto per una superficie complessiva di 62mila metri quadrati. Sarà possibile reperire un simile spazio in un’area, quella di Beata Giuliana, già fortemente urbanizzata?

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Il riutilizzo degli edifici dismessi

Sotto il profilo urbanistico risultano decisive le scelte per la riqualificazione o il riutilizzo dei vecchi complessi ospedalieri sia di Busto Arsizio  sia di Gallarate. Per quanto riguarda Gallarate, l’Asst usufruirà del padiglione Boito, il più antico e di grande pregio architettonico. Inoltre, occuperà il padiglione polimedico che attualmente ospita la Diabetologia, tra il Boito e la chiesetta interna al Sant’Antonio Abate. In città resteranno diversi servizi: attività dei distretti e dei servizi territoriali, neuro psichiatria infantile, continuità assistenziale, cup del polo territoriale, cps gallarate, centro diurno psichiatria, uffici. Saranno inoltre dismessi l’edificio di largo Boito che ospitava la direzione generale della vecchia azienda ospedaliera, lo stabile di viale Leonardo da Vinci, la Villa Sironi di piazza Giovine Italia e il Cps di via De Magri. Facile comprendere l’impegno progettuale per il recupero di tutti questi edifici, con particolare attenzione proprio all’area dell’ospedale. Quale destinazione? C’è chi pensa, ad esempio, che il Trotti-Maino di recente costruzione possa diventare una casa di riposo, collegata alla contigua Rsa Bellora. E il resto? “Per questo ritengo sia necessario il più ampio confronto – avverte Andrea Cassani – alla ricerca di idee sostenibili e concrete. Un confronto a tutto campo che la mia amministrazione intende aprire da subito”. Il rischio è che,una volta dismessi, tutti questi edifici siano avviati al degrado. E questo sarebbe davvero un delitto non solo urbanistico.

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