ARCISATE – «Sarà un poliambulatorio innovativo che farà da apripista in Lombardia». Così Emanuele Monti, presidente della commissione Sanità al Pirellone, annuncia l’arrivo di un nuovo incubatore per la medicina territoriale del futuro ad Arcisate.
Medicina territoriale per evitare assembramenti
Da quanto è scoppiata la pandemia, in molti hanno proposto un modello di medicina diffuso, per evitare assembramenti e possibili occasioni di contagio negli ospedali. Proprio in questa direzione va il finanziamento regionale al Comune di Arcisate che permetterà di realizzare un poliambulatorio territoriale.
Ridisegniamo la sanità lombarda
La premessa alle modifiche della legge 23 del 2015 è proprio l’idea di potenziare la medicina territoriale, senza perdere tempo. «Per il post Covid-19 bisogna guardare al futuro con speranza e avere già un piano con tempi e risorse. Ecco perché stiamo lavorando per ridisegnare la sanità lombarda dopo dieci anni di continui tagli da parte del Governo», ha esordito Monti.
Un poliambulatorio innovativo
La priorità è quella di ripartire dal potenziamento della medicina territoriale in un’ottica innovativa, ispirata ai modelli del nord Europa dove la rarefazione territoriale è simile a quella lombarda. In sinergia con gli enti locali, Asst Sette Laghi sta lavorando da tempo affinché ad Arcisate possa nascere un poliambulatorio territoriale innovativo che potrà essere un modello da espandere.
E’ il futuro della medicina
«Questo presidio sarà la porta d’accesso al sistema sanitario per tutti i cittadini non solo di Arcisate, ma di tutta la Valceresio, il luogo di integrazione fra servizi ospedalieri e territoriali. Lo scopo è ridurre i ricoveri impropri, ridurre gli accessi al pronto soccorso e garantire il massimo della prossimità di accesso al sistema sanitario regionale. La pandemia ci ha dimostrato che la medicina di territorio ha bisogno di investimenti sostanziali e non di promesse. Il poliambulatorio di Arcisate è tra le nostre priorità e mi impegnerò affinché si realizzi quanto prima», conclude Monti.
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