Olimpiadi, opere in ritardo: lo svincolo dell’Autolaghi di Busto e la 336 attendono

BUSTO ARSIZIO – Il progetto del rifacimento del vecchio svincolo autostradale della A8 di Busto Arsizio è pronto dal 2020, quando fu tirato fuori dai cassetti dall’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani, e i soldi per realizzarlo sono quelli che il governo ha stanziato per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, nell’ambito della riqualificazione della superstrada 336 di Malpensa (40 milioni in tutto). Ora però sono passati due anni e il progetto è sempre lì, fermo e immobile, che aspetta di compiere i suoi passi amministrativi e burocratici. Così come è sempre lì il caos quotidiano che “ingorga” l’uscita dell’autostrada di Busto Arsizio.

Opere “all’italiana”

La solita vicenda all’italiana, si dirà. L’assessore Mariani, nel frattempo, ha superato indenne il cambio della guardia delle elezioni amministrative, ed è ancora al suo posto, ma ancora aspetta di sapere quando potrà vedere le ruspe muoversi all’altezza dello svincolo dell’Autolaghi. E le Olimpiadi si avvicinano: mancano meno di tre anni e mezzo all’accensione del braciere dei Giochi, allo stadio di San Siro (perché anche il nuovo stadio di Milan e Inter, nel frattempo, è slittato a data da destinarsi).

Essenziali ma non troppo

Una novità però c’è, e non è proprio positiva: la ha comunicata nei mesi scorsi l’amministratore delegato della società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 Spa, Luigi Valerio Sant’Andrea, in una lettera alle istituzioni coinvolte, in cui annunciava che le opere “essenziali” previste per le Olimpiadi, tra cui lo svincolo di Busto Arsizio e la superstrada 336, potranno essere consegnate “anche dopo lo svolgimento dei Giochi”. Perché nel frattempo l’elenco dei cantieri da aprire si è arricchito di una nuova categoria: le opere “essenziali-indifferibili”, da realizzarsi “entro dicembre 2025 ai fini del puntuale svolgimento dell’evento”.

In ritardo ma semplificate

Tradotto dal burocratese, visto che le opere non sono ancora partite, a due anni dalla loro definizione (e dall’assegnazione dei Giochi a Milano-Cortina), la società chiamata a realizzarle si occuperà prima di tutto di portare a termine quelle che servono all’evento (a partire da palazzetti dello sport, piste e strade di accesso alle sedi olimpiche), e poi quelle “a corollario”. Come da consolidata tradizione italica, Italia ’90, Giubileo di Roma ed Expo 2015 insegnano. Di buono c’è che lo svincolo dell’Autolaghi di Busto e la riqualificazione della superstrada 336 sono state inserite anche nel novero delle opere «ritenute di “elevata complessità progettuale e procedurale” e che dovranno quindi essere sottoposte alla procedura semplificata e accelerata prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza». Perlomeno, dunque, potranno tagliare i tempi della burocrazia, anche se a questo punto potrebbero non vedere la luce in tempo per le Olimpiadi.

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