Omicidio Maltesi, il fidanzato di Carol: «Fontana era strano, l’ho subito capito»

BUSTO ARSIZIO – «Sin dalla prima volta che Carol mi presentò Davide Fontana capii che c’era qualcosa di strano. Per lui non era un’amicizia. Era innamorato». A raccontarlo in aula davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Busto presieduta da Giuseppe Fazio è Salvatore Galdo, fidanzato di Carol Maltesi nei suoi ultimi mesi di vita, la giovane uccisa e fatta a pezzi nella sua abitazione di Rescaldina l’11 gennaio di quest’anno dal vicino di casa e ex compagno Davide Fontana, a processo per omicidio aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.

I falsi profili

Galdo, pornostar come Carol, aveva conosciuto la 26enne di Sesto Calende a Praga sul set di un video hard. «Volevamo sposarci – ha spiegato – Le ho regalato un anello che lei non toglieva mai». Galdo ha chiarito che fu proprio Fontana a spingere Carol a iniziare a lavorare nel mondo dell’intrattenimento per adulti e che lo stesso avrebbe anche cercato di persuaderla dal cambiare città. Dal trasferirsi a Verona dove vive, insieme al padre, il figlio della donna. Dopo l’udienza Galdo ha spiegato: «Avevo intuito che dietro ai profili di OnlyFans che chiedevano a Carol video privati di boundage si nascondeva lui».

Messaggi e bonifici

Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati anche due ex di Carol, compreso il padre del suo bimbo, che hanno spiegato, incalzati dalle domande del pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra, mirate a provare la premeditazione oltre che a raccontare un Fontana geloso e violento, hanno raccontato dei messaggi ricevuti dalla vittima quando già la ragazza era morta. Era Fontana che si sostituiva a lei. Dal racconto emerge un piano pensato al dettaglio, compreso il viaggio per lavoro a Dubai (che la vittima non ha mai fatto) che le impediva di telefonare o di rispondere in modo puntuale ai messaggi.

Controllo totale

E ancora la scena voluta da Fontana in un video hard durante la quale Carol deve sbloccare il proprio cellulare: per l’accusa un modo da parte dell’omicida reo confesso di poter aver accesso al telefono della ragazza attraverso il quale, poi, si sarebbe sostituito a lui. Fontana avrebbe anche fatto due bonifici da 500 euro ciascuno dal conto della Maltesi quando l’ex compagno aveva lamentato il versamento del denaro necessario a dare una mano per il mantenimento del bambino. Anche in questo caso la 26enne era già morta. Emerge dal quadro accusatorio un Fontana ossessionato capace di avere accesso a tutto: telefono, conti bancari, profili social, abitazione ed auto della giovanissima vittima.

Ho capito che era stato lui

Uno degli ex della ragazza ha testimoniato di essersi ritrovato le gomme della macchina tagliate dopo aver avuto un acceso litigio con Fontana che lo accusava di aver rubato dei soldi alla vittima. E ancora un’amica e collega di Carol che ha spiegato come nel giorno del ritrovamento dei resti della Maltesi Fontana la chiamò dicendole di andarlo a prendere in stazione a Saronno. «Mi fece vedere la foto contenuta in un servizio sull’omicidio – ha spiegato – Ho riconosciuto i tatuaggi. Ho detto: andiamo dai carabinieri. E così abbiamo fatto. Arrivati in caserma a Rescaldina, dopo aver deposto, abbiamo litigato perché io avevo capito tutto: era stato lui».

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