Omicidio Samarate, Nicolò operato: lotta per la vita. Maja portato in carcere

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SAMARATE – E’ stato dimesso e portato in carcere a Monza Alessandro Maja, il geometra di 58 anni che si presentava come architetto, accusato di aver ucciso la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, e la figlia Giulia, di soli 16 anni, nella notte tra martedì 3 e mercoledì 4 maggio nella casa di via Torino a Samarate dove la famiglia si era trasferita da Milano nel 1999.

L’unico sopravvissuto

Il figlio maggiore, Nicolò, 23 anni, un brevetto di volo appena preso e il sogno di diventare pilota che si avvicinava a grandi passi, lotta tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione Generale dell’ospedale di Circolo di Varese. E’ il solo sopravvissuto alla mattanza. Ieri è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico: a preoccupare è un trauma cranico molto importante causato dai colpi inferti con un corpo contundente. Presumibilmente il martello sequestrato nell’abitazione, insieme ad un coltello insanguinato, che gli inquirenti ipotizzano essere l’arma (o una delle armi) utilizzata per compiere l’orrore.

Li ho uccisi tutti

Quando i soccorritori hanno raggiunto via Torino, allertati dai vicini di casa che hanno sentito il 58enne chiedere aiuto in una pozza di sangue e gridare “Li ho uccisi tutti, sono stato io“, Nicolò era in stato di semi-incoscienza. Gli occhi chiusi e i lamenti per il forte dolore. Il ragazzo ora è sedato e lotta per sopravvivere: la prognosi è riservata. Le condizioni stabili seppur nella loro estrema gravità.

Dimesso e portato in carcere

Alessandro Maja, che ha cercato di togliersi la vita dopo la mattanza, ferendosi ai polsi e cercando di darsi fuoco, non è mai stato grave. E’ stato trasportato all’ospedale di Busto Arsizio dove ieri, davanti al pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra, che coordina l’inchiesta dei carabinieri del reparto operativo provinciale di Varese e della compagnia di Busto Arsizio, si è avvalso della facoltà di non rispondere senza confermare in sede ufficiale le affermazioni fatte davanti ai vicini che di fatto erano, in quel momento, una confessione. Maja è stato quindi trasferito all’ospedale di Monza dove è rimasto piantonato sino a questa mattina, quando è stato dimesso e portato in carcere a Monza. Domani; venerdì 6 maggio, l’uomo comparirà davanti al Gip Luisa Bovitutti per l’udienza di convalida.

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