Vittorie e sviluppo dei giocatori. La ricetta della OJM

Openjobmetis Varese Michael Arcieri

VARESE – La Openjobmetis disegna il proprio presente. E il proprio futuro. Idee chiare e visione condivisa, questa la ricetta del General Manager Michael Arcieri, una spinta esaltata anche dall’ottimo momento che sta vivendo la squadra.

Il mercato

In questo momento abbiamo una squadra nuovissima e vogliamo capire bene chi siamo in campo. Nelle ultime 3 partite abbiamo viste tante cose positive. C’è ancora da fare. Prima di andare a cercare nuovi giocatori vogliamo consolidare il gruppo. Poi guarderemo al mercato e, in particolar modo, ad atleti che abbiano potenzialità in chiave futura. Non possiamo cambiare tutta la squadra ogni anno, dobbiamo lavorare per l’oggi e per il domani, considerando ragazzi che abbiano potenzialità da sviluppare. Dobbiamo sviluppare una bella chimica di squadra e dobbiamo ancora crescere in difesa, poi guarderemo al mercato, considerando soluzioni in tutti i ruoli, se ne avremo bisogno e se ci saranno le giuste opportunità, altrimenti rimarremo così. Noi siamo qui per provare a vincere tutte le partite e per guardare il futuro. Il coach sta sviluppando un gioco di corsa, con attacchi in transizione, che considerino tiri immediati, ma dovremo andare ancora più velocemente. Se però non c’è la difesa, davanti non si può sviluppare niente di tutto ciò.

L’allenatore

Dopo 13 partite era chiaro che dovevamo fare un cambio del coach per avere la possibilità di vincere più partite possibili. Avevamo la necessità di cambiare il modo di giocare e di creare una identità di squadra, che si doveva basare sulla difesa e sulla intensità. Abbiamo parlato con tanti allenatori in tutto il mondo e con Luis abbiamo deciso che il nuovo leader della squadra doveva essere Johan Roijakkers. Abbiamo vinto 3 partite di fila, è una cosa molto bella, ma abbiamo ancora margini per migliorare, soprattutto in difesa. In allenamento, ogni giorno, stiamo creando una cultura e un modo di giocare e in campo si vede la prima parte di questo profondo cambiamento.

Alessandro Gentile

Voglio premettere che Ale è un giocatore che mi piace moltissimo e che conoscevo da anni per averlo scoutizzato sin da quando stava per andare a Houston. Venerdì 22 gennaio siamo andati a cena perchè volevo conoscerlo bene, così come voglio conoscere a fondo tutti i giocatori. Con me è stato super onesto e ne ho ricavato una impressione molto bella. Dopo una settimana è tornato insieme al suo agente Virginio Bernardi e, in maniera molto professionale, siamo arrivati alla decisione di interrompere il rapporto. Ale è giocatore di talento, fortissimo, abituato ad avere il pallone in mano. Cosa è successo in quella settimana? Non voglio parlarne. In ogni caso non è l’assenza di Gentile a spiegare la differenza del nostro gioco in campo. 

La visione di Luis Scola

Mi piace parlare della visione che Luis Scola ha per il basket qui a Varese. I nostri obiettivi sono due: lo sviluppo del giocatore e vincere le partite. Sono cose complementari, non in contrasto. Decisiva è la strategia che dobbiamo sviluppare in Italia, anche perché siamo una squadra di “mercato piccolo”. Scouting, free agency, player development sono le nostre ricette. Vogliamo trovare giocatori interessanti di 14 anni da far crescere nel tempo, anche perchè una parte della squadra deve essere italiana. Insomma i Librizzi di domani. Se ci salviamo, se arriviamo nei playoff, se ci qualifichiamo per le Coppe, se andiamo in A2, la strada non cambierà. Aiuterò Luis Scola nella costruzione del budget? Sì, a Orlando gestivo 70 persone e anche a New York, quindi ho già esperienza in questo ambito. Altri due asset che aiuterò a seguire sono quelli del settore giovanile e la gestione del nuovo “Lino Oldrini” rinnovato e ampliato. Il mio modello Nba? Ce ne sono tanti bellissimi. Uno a cui ispirarsi è sicuramente quello dei San Antonio Spurs.

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