Ospedale unico Busto-Gallarate: una (pericolosa) Fake news?

Il 10 marzo 2021 viene pubblicata, sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia la D.g.r. 3 marzo 2021 – n. XI/4385 “Determinazioni in ordine agli indirizzi di programmazione per gli investimenti in sanità per il periodo 2021-2028”, che prefigura, senza porre alcun vincolo, la distribuzione nel periodo 2021/2028 di risorse effettive e presunte per complessivi 4 miliardi di Euro, su tre assi: assistenza territoriale, “ transizione ambientale” e tecnologie innovative di diagnosi e cura. In questa delibera ricompare l’ipotesi dell’ospedale unico Busto-Gallarate dopo che, per due volte nell’arco di quattro anni, Regione Lombardia e gli altri soggetti coinvolti (i comuni di Busto Arsizio e Gallarate, ATS Insubria e ASST Valle Olona) hanno lasciato scadere i termini che dovevano portare alla definizione dell’Accordo di Programma. Il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto ha più volte denunciato l’infondatezza della prospettiva dell’ospedale unico, per almeno tre ragioni: non è supportata da un’analisi dei bisogni sanitari della popolazione, l’area prescelta è inadeguata per dimensioni, conformazione e accessibilità, e le risorse finanziarie non ci sono. Ora, analizzando i contenuti della DGR 3 marzo 2021 – n. XI/4385 e la sua presentazione in conferenza stampa dell’assessore al Welfare Letizia Moratti, abbiamo ulteriore conferma della nostra tesi: l’ospedale unico non è che una chimera utile a nascondere soppressioni e accorpamenti dei reparti degli ospedali esistenti, a vantaggio delle strutture private. Infatti i fondi CIPE ex L. 67/88 e legge di Bilancio 2019 (673 milioni di Euro) citati nella DGR, dai quali nel gennaio 2019 Regione Lombardia dichiarava di poter attingere per la costruzione del nuovo ospedale [costo stimato 350 milioni di Euro], dovranno essere spesi per gli scopi per i quali potevano e potranno essere effettivamente erogati: “adeguamento alla normativa di prevenzione degli incendi, adeguamento sismico delle strutture sanitarie, ammodernamento tecnologico”. Questi 673 milioni di Euro, disponibili dal 20 gennaio 2020 (data di pubblicazione della delibera CIPE) sono rimasti congelati perché abusivamente destinati agli ospedali unici Busto Arsizio-Gallarate e San Paolo-San Carlo di Milano. Nella DGR, come chiarito da Letizia Moratti in conferenza stampa, si prevede di finanziare il nuovo ospedale di Busto Arsizio – Gallarate [il costo stimato nel 2019 era 350 milioni di Euro] con risorse non certe afferenti alla “transizione ambientale” , e quindi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma anche queste somme non potranno essere utilizzate a tale scopo, perché la dismissione degli ospedali esistenti e la costruzione di uno nuovo non c’entra nulla con la transizione ecologica. Dei 4 miliardi, tra effettivi e presunti, allocati dalla DGR per il triennio 2021-2028, solo 500 milioni di Euro vengono destinati all’adeguamento prevenzione incendi e sismico delle strutture sanitarie lombarde, a fronte di un fabbisogno documentato di almeno 2,5 miliardi di Euro, che Regione Lombardia ha dovuto quantificare su richiesta del Ministero della Salute. Facendo invidia agli esperti del gioco delle tre carte, la Giunta Regionale Lombarda sposta risorse più o meno virtuali da una voce all’altra, giocando con la salute della popolazione e con la sicurezza di pazienti e operatori sanitari, e mistificando la prospettiva della transizione ecologica.

Stupisce come i consiglieri comunali di maggioranza a Busto Arsizio di Idee in Comune, tra cui compaiono diversi medici, fingano di non accorgersi di questi giochetti e, dopo avere fatto le comparse per quattro anni, irrompano sulla scena per schierarsi a favore della riesumazione dell’ospedale unico, definendolo un’”opera strategica”. Come possono appoggiare un’idea che nasce senza essere preceduta da una qualsivoglia analisi dei bisogni socio-sanitari della popolazione interessata? Come possono non accorgersi che un’idea senza gambe serve solo a giustificare soppressioni e accorpamenti di reparti, e quindi il progressivo depotenziamento degli ospedali pubblici a vantaggio di quelli privati? Proprio ciò che da anni sta succedendo agli ospedali dell’ASST Valle Olona. Se così non fosse, potrebbe essere anche peggio. Potrebbe essere che sotto il fuoco temporaneamente spento dall’indagine “Mensa dei Poveri” ci sia ancora della brace. Ecco che allora tenere in vita l’idea dell’ospedale unico serve a tenere viva quella brace, per riaccendere il fuoco quando l’attenzione della magistratura e dell’opinione pubblica sarà rivolta altrove.

Forse una risposta ce la può dare il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, che accusa chi mette in discussione l’idea dell’ospedale unico di parlare senza informarsi. Le nostre conclusioni si basano sulla consultazione delle fonti pubbliche disponibili: i procedimenti avviati da quattro anni si sono fermati alla partenza, e i soldi per l’ospedale unico Busto-Gallarate sono solo virtuali. Se il sindaco Antonelli è a conoscenza di altro, lo preghiamo di informare noi e la cittadinanza. Altrimenti farebbe bene a tacere, se non altro per rispetto nei confronti di chi (malati covid, malati non covid, anziani e pazienti fragili in attesa di vaccino) ha dovuto subire, nell’ultimo anno, le nefaste conseguenze di una gestione fallimentare della pandemia da parte di Regione Lombardia, che la buona volontà degli operatori sanitari ha potuto solo in parte limitare. Gli investimenti devono riguardare prevenzione e controllo, medicina territoriale, messa in sicurezza e potenziamento delle strutture ospedaliere esistenti.

Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto

ospedale unico busto gallarate – MALPENSA24