La Varesina rischia la chiusura. L’appello dello sport (e non solo) per salvarla

palestra varesina chiusura pandemia

VARESE – Uniti per salvare la Varesina. La storica palestra cittadina, oltre centoquarant’anni di attività e migliaia di atleti giovani e meno giovani che ne hanno difeso i colori, è a rischio chiusura per le conseguenze economiche della pandemia. Non sono bastati, causa prolungamento delle chiusure, gli investimenti in sicurezza anti coronavirus fatti negli ultimi mesi. Così ora è stato organizzato anche un crowdfunding, con l’obiettivo di raccogliere 30mila euro tra aziende, cittadini e benefattori per coprire i costi di gestione della struttura di via Donatello, dove la società si trova dal 1960.

La chiusura che rende inutili gli investimenti in sicurezza

«Speravamo nella riapertura per i primi di marzo», afferma la presidente Tiziana Misseri. «La pandemia però – prosegue – ci ha di nuovo fermati e non è servita la spesa di 25 mila euro per dotarci di un impianto a “raggi Uvc” per la sanificazione degli ambienti. Un investimento sulla sicurezza che ci lascia comunque con le palestre vuote. E vuote resteranno se non riusciremo a superare questo drammatico momento».

Ora si cerca poco più della cifra investita per l’impianto di sanificazione. Il buco che si è creato è legato alla mancata frequenza degli oltre seicento iscritti che qui si allenavano tra ginnastica, scherma e arrampicata. Le loro rette, di conseguenza, non arrivano, mentre intatte restano le spese necessarie a garantire ai cinquanta agonisti di frequentare la palestra per diverse ore al giorno.

Dal basket all’esploratrice dei ghiacci, il sostegno del web

Tra quanti stanno accendendo i riflettori sulla situazione della Varesina c’è anche l’ex campione di pallacanestro Andrea Meneghin. Sotto il Sacro Monte ha trascorso la quasi totalità della sua carriera, con lo scudetto della stella e la supercoppa italiana 1999. Oltre all’oro, nello stesso anno, con la nazionale agli Europei. «C’è il pericolo che questa realtà chiuda per sempre – le parole di Meneghin –questi soldi servono per pagare gli istruttori dei pochi atleti autorizzati dal Coni ad allenarsi».

Un appello cui si unisce anche la scienziata ed esploratrice Chiara Montanari, cinque spedizioni al Polo Sud e Ambrogino d’oro nel 2014: «Allenarsi è importante, in Antartide come nella vita quotidiana».

Si iniziò con i garibaldini e arrivarono gli atleti olimpionici

Tra i primi a frequentare la Varesina ci sono stati anche diversi militari. Molti di coloro che la fondarono nel 1878, infatti, avevano esperienze nell’esercito garibaldino e lo stesso Garibaldi ne venne nominato presidente onorario durante una sua visita in città. Dall’attività fisica legata all’addestramento per le truppe, poi, si passò agli sport che ancora oggi contraddistinguono la società. E questo con risultati di primissimo livello: tra le migliaia di atleti che vi si sono allenati, infatti, spiccano i nomi di Jury Chechi, cinque ori mondiali negli anelli e soprattutto il trionfo alle olimpiadi di Atlanta 1996, e Igor Cassina, che l’alloro olimpico lo ottenne con la sbarra ad Atene 2004.

palestra varesina chiusura pandemia – MALPENSA24