Pavia dedica una rassegna a Monna Lisa,”celebre e misteriosa icona Pop”

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di Angela Bruno

PAVIA – Quattro prestigiose sedi – la chiesa di Santa Maria Gualtieri, lo Spazio Arti Contemporanee del Broletto, il Castello Visconteo e la Piazza del Municipio – per celebrare Leonardo da Vinci, in occasione del quinto centenario della morte, e i luoghi pavesi frequentati dal genio toscano: questo l’obbiettivo della mostra “Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona Pop”, a cura di Valerio Dehò, esposta fino al 29 marzo. Un vasto repertorio di opere spaziano dalla pittura alla scultura, dall’installazione ai lavori multimediali e sono state realizzate da artisti contemporanei che hanno reinterpretato Monna Lisa, la più celebre donna leonardesca e un grandioso impatto per la città e per i visitatori. “Arte concettuale, Fluxus, Poesia Visiva, Neopittura, Pop Art sono solo alcune fra le espressioni artistiche esposte che istituiscono un ponte temporale fra passato e presente, in un’ottica di arte contemporanea volta a farsi conoscere e a far conoscere anche il passato”, spiega Valerio Dehò.

L’inizio del viaggio in Santa Maria Gualtieri

Nel viaggio alla riscoperta di Leonardo e della Monna Lisa, il percorso di questa rassegna diffusa – voluta dal Comune di Pavia e illustrata ampiamente dagli organizzatori – ha inizio nella chiesa sconsacrata di Santa Maria Gualtieri, fine X secolo, un luogo raccolto e allo stesso tempo potente, che accoglie nella sua struttura verticale, simmetrica e dalle linee morbide, l’esperienza multimediale “Monna Lisa who?”, realizzata dallo studio di multimedia design Karmachina, con allestimento progettato dallo Studio Dune. In un’atmosfera buia ed enigmatica, cinque pannelli disposti lungo la navata centrale e sul presbiterio conducono alla ricerca sulla vera identità della Monna Lisa. Supponendo si tratti di Isabella D’Aragona che, allontanata da Pavia, incontrò Leonardo durante il suo soggiorno nella città, la narrazione, intervallata da brani musicali e immagini inedite, accompagna il visitatore a sentirsi parte di questo mondo legato al passato e al mistero.

Spazio arti contemporanee

Incentrate esclusivamente sulla figura della Monna Lisa sono invece le numerose opere esposte allo Spazio Arti Contemporanee del Broletto, in prevalenza appartenenti alla Collezione Carlo Palli. Una raccolta che costituisce la maggior espressione italiana della Giocondologia, fenomeno che riunisce sperimentazioni e variazioni applicate al ritratto vinciano, inventata dall’artista e scienziato Jean Margat, del quale è esposta l’opera “Bijoconde” proveniente, insieme al video e al numero speciale della rivista “Bizzarre” del 1958, dal Museo ideale Leonardo da Vinci. Accanto ad essa, numerose sono le versioni della donna leonardesca per antonomasia, riletta in chiave pop da Fabio de Poli, che presenta una figura oscurata, luttuosa, con richiami espliciti all’opera di Leonardo; da Julien Blaine che la sovrappone all’immagine di Marilyn Monroe o da Vania Paolieri che – ricalcando l’impianto di Warhol legato alla riproduzione della stessa immagine con alterazione di colori – crea una Monna Lisa soggetta a metamorfosi. Jiri Kolar, esponente della poesia visuale mitteleuropea, nella sua interpretazione predilige il collage e inserisce l’icona leonardesca su una fattura contabile, rivelandone il lato mercantile e lo sfruttamento dell’immagine.

Simboli di fecondità

Con la stessa tecnica Lucia Marcucci, fondatrice del Gruppo 70, affianca ritagli di testi a immagini di donne musulmane, a simboli di fecondità, quasi a volerne riscattare un ruolo. La performer e artista Orlan nei lavori esposti si immedesima con Monna Lisa, le si sovrappone, creando una doppia identità di opera e di donna, affermando tuttavia di non volere assomigliare al capolavoro del maestro toscano. Nelle oltre trenta opere esposte sono inoltre presenti letture ironiche come quella di Paolo Albani e della sua Monna Lisa senza occhi con i quali poter piangere, o la “Mona Cornuta” di Ugo Carrega, immagini provocatorie come la “Money Lisa” di Sarenco circondata da banconote, in riferimento alla sua diffusa mercificazione, per giungere con Riccardo Cocchi a una dimensione più visionaria e cosmica, che colloca l’emblematico personaggio nello spazio. La mostra prosegue al Castello Visconteo, che ospita nella sezione romanica un corpus di opere contemporanee, alcune delle quali create proprio per l’occasione, volte a istituire un dialogo e, allo stesso tempo, a valorizzare ulteriormente il ricco patrimonio dell’esposizione permanente legato alla storia e al territorio.

Le opere di Lorenzo Puglisi e non solo

Così fra i resti della doppia cattedrale romanica di Pavia – Santa Maria del Popolo e Santo Stefano – un tempo presente dove attualmente si innalza il Duomo, emerge con forza, inserita nella ricostruzione del portale della chiesa di Santa Maria del Popolo, l’opera di Lorenzo Puglisi. Una tela di grandi dimensioni dalla quale su un fondale nero risaltano con forza il volto e le mani della sua Monna Lisa, elementi corporei che a parere dell’artista sono la sintesi dell’essere umano. Nella sala dei mosaici si incontra un’opera creata ad hoc, quella di Gianni Cella, una Batwoman in terracotta policroma, metafora del mistero e dell’enigma della Gioconda. Fra le opere di particolare richiamo, realizzate appositamente per l’esposizione, è la “scultura vestita” di Stefano Bressani, un omaggio ad alcuni elementi che hanno fatto parte della vita di Leonardo, come la natura, l’acqua, oltre alla Gioconda ritratta nelle vesti di una regina.
Al centro del maestoso catino absidale di Sant’Agata al Monte spicca “Il ventre della Gioconda” di Vettor Pisani, che ricrea attraverso una sorta di cartellone pubblicitario e un bambino dorato una visione di maternità della Monna Lisa. Dell’artista è esposta anche l’installazione “Concerto invisibile di Gino De Dominicis”, dove i due pianoforti sovrapposti, tributo a Gino De Dominicis, diventano metafora dell’arte che supera il tempo e che salva dalla morte.

La biblioteca del Castello

In quella che un tempo era la biblioteca del Castello, dove Leonardo da Vinci durante il suo soggiorno pavese tra il 1490 e il 1513 era solito svolgere ricerche di anatomia umana, matematica e architettura, è d’obbligo immergersi ne “La visione di Leonardo a Pavia”. Un’esperienza totalizzante, sorprendente, resa possibile dai visori Oculus che proiettano il visitatore, che si muove nel tempo e nello spazio, nei luoghi, nei paesaggi e nelle strade, così come Leonardo li aveva vissuti. Il progetto è suddiviso in tre momenti e la visione molto coinvolgente ben si integra con la narrazione del giornalista e scrittore Massimo Polidoro, che completa questa originale esplorazione.
Conclude il percorso l’imponente “Leonardo”, la giant sculpture di cinque metri di altezza e quattro di diametro ambientata nella Piazza del Municipio; realizzata in idroresina e marmo Cipollino Apuano dagli artisti Eleonora Francioni e Antonio Mastromarino, e raffigurante il ritratto senile di Leonardo da Vinci, è un omaggio al genio fiorentino e alla sua eterna grandezza. Insomma la mostra ci dice molto di un Leonardo da Vinci ripensato e reinventato con rispetto ma anche con tanta ironia.

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