In compenso nessuna traccia dei 600 milioni di capitale dei soci (la stessa Regione Lombardia è socia all’85%) previsti dal contratto di concessione firmato con lo Stato e che servirebbero a completare l’opera. Bisognerebbe prendere atto della irrealizzabilità della Pedemontana visti i costi e il danno ambientale che provocherebbe.
Pedemontana è un’opera pubblica pagata con soldi pubblici: le tre tratte (tangenziali di Como e Varese e la Cassano Magnago-Lomazzo ) fin qui realizzate sono state pagate all’80% (1,2 miliardi con soldi statali e per il resto con soldi di enti pubblici che giocano (male) a fare i privati (provincia di Milano prima, regione ora) e con 200 milioni di prestito delle banche socie che senza alcun rischio (ci ha pensato Maroni) incassano lauti interessi. Anche questa volta con la foglia di Fico del Project Financing e quindi la promessa che si sarebbe ripagata da sola con i ricavi tariffari si è autorizzata una grande opera autostradale.
Se almeno l’opera fosse pubblica si potrebbe abbassare la tariffa e già che il danno ambientale è fatto almeno metterlo a frutto facendo passare le auto da lì invece che nei paesi.
Al Ministro dei Trasporti non resta che annullare la concessione che non è mai stata rispettata e riconoscere che l’autostrada è un’opera pubblica e che deve essere l’Anas a gestirla, che almeno così si fa l’interesse pubblico e non solo quello delle banche e di falsi privati.