La carenza di delibere a Palazzo Gilardoni fa saltare il consiglio comunale di giugno

busto consiglio comunale
Immagine di repertorio

BUSTO ARSIZIO – Come al gioco dell’oca: il consiglio comunale di Busto Arsizio, città da 83 mila abitanti, quinta per dimensioni in tutta la Lombardia, sta fermo un giro. Non c’è un progetto o un intervento da portare, discutere o approvare. Non non una delibera. Nemmeno quelle urgenti riguardanti Agesp e la prelazione d’acquisizione da parte del Comune delle quote della società Canarbino. Acquisizione che solo un mese fa è stata definita strategica, poiché porterebbe il Comune di Busto ad avere il 35% delle azioni in Agesp energia. Tanto che, non essendo né definita, né chiara la questione, nel maggio scorso il consiglio comunale venne fatto slittare di una settimana. Uno spostamento di data che creò grosse polemiche e che, alla luce di come poi sono andate le cose, non servì nemmeno per mettere a punto quelle delibere.

E chi pensava di poter affrontare l’argomento acquisizione della Canarbino un mese dopo, ovvero nell’assise civica di giugno, è rimasto con un palmo di naso. Poiché a quanto pare quel passaggio è stato al momento congelato e rinviato. E, oltre alla fretta, non c’è più nemmeno la certezza che si possa concretizzare. Insomma sul piatto di un possibile consiglio nel mese di giugno, in origine messo in calendario per martedì 25, ci sarebbero solo mozioni e interrogazioni. Forse ritenute di secondaria importanza nella vita democratica dell’amministrazione. E di una maggioranza ogni giorno sempre più litigiosa.

Il consiglio cancellato

Ma il consiglio comunale di giugno pare essere saltato oltre che per la  mancanza di argomenti concreti, anche per l’assenza (giustificata e da tempo annunciata) del presidente Valerio Mariani. Che in realtà potrebbe anche non incidere dal momento che la conduzione, in caso di necessità, dovrebbe toccare al vicepresidente dell’assise. E qui, dicono le lingue lunghe, sta forse il problema: il vice deputato a supplire all’assenza del presidente è la grillina Claudia Cerini, che non ha esattamente un un rapporto idilliaco con il sindaco Emanuele Antonelli, il quale non perde occasione per sbertucciare in aula i consiglieri pentastellati. Pare infatti che la mancanza di atti concreti e la prospettiva di un duello continuo tra sindaco e vicepresidente, alla fine abbia fatto propendere per il “salto turno”. Tanto più in questo momento in cui il clima politico è teso e la confusione tra i consiglieri di maggioranza è ancora parecchia. Insomma Palazzo Gilardoni è sempre più un ginepraio, dove diventa difficile anche fare il passo più semplice.

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