Pensotti di Legnano, ultimo atto: spedite le lettere di licenziamento, 25 in strada

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LEGNANO – «Siamo arrivati al capolinea». È il desolato commento degli ultimi “reduci” della storica azienda di caldaie legnanese Pensotti FCL, dopo che il curatore fallimentare Marco Bianchi ha inviato le lettere di licenziamento, atto finale di una crisi esplosa un po’ a sorpresa dopo l’acquisizione da parte del Gruppo SICES Spa di Lonate Ceppino e consumatasi in pochi mesi. Giovedì 24 ottobre si è svolta la riunione dei lavoratori con i sindacati, sollecitati a illustrare le procedure da seguire: le maestranze, è stato spiegato, non riceveranno l’indennità di preavviso (che sarebbe variata da una a 4 mensilità in base all’anzianità di servizio e alla posizione lavorativa) ma entreranno direttamente in NASPI dal 1° novembre.

Epilogo nel silenzio della politica locale, ricollocati solo una decina

Tanta rassegnazione e amarezza per questo epilogo fra i dipendenti rimasti, sentimenti cui si unisce il rammarico e un po’ di rabbia per il silenzio calato su una delle fabbriche simbolo del glorioso passato industriale di Legnano. Amministrazioni locali e politica sembrano essersi dimenticate della Pensotti, che ha vissuto la sua crisi fino all’epilogo nell’indifferenza generale. Alla fine, in strada finiranno in 25, senza lavoro né pensione; quest’ultima è risultata invece l’approdo per altri 5 ex dipendenti, mentre soltanto una decina sono riusciti a ricollocarsi altrove.

Il 30 nuova udienza per l’insinuazione dei creditori al passivo

Intanto, presso la Sezione fallimentare del Tribunale di Varese proseguono le procedure per l’insinuazione dei creditori allo stato passivo. Mercoledì prossimo, 30 ottobre, è stata calendarizzata una nuova udienza dopo quella dello scorso 25 settembre. Al giudice delegato Ida Carnevale e al curatore Marco Bianchi spetta vagliare 272 posizioni creditizie, cui si aggiungeranno in un secondo tempo (non prima di tre mesi) quelle dei lavoratori appena licenziati. Stando a quanto appreso da Malpensa24, l’esame del progetto di stato passivo è risultato ben altro che una prassi formale e nelle prossime settimane sono attesi clamorosi sviluppi.

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