Fallimento Pensotti, prosegue il vaglio dei creditori. Chiesta riunione sindacale

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LEGNANO – È iniziato il conto alla rovescia per gli ex lavoratori della Pensotti FCL di Legnano: dal 1° novembre, gli ultimi dipendenti della storica azienda di caldaie fallita lo scorso marzo, 37 in tutto, saranno licenziati. Nel frattempo, presso la Sezione fallimentare del Tribunale di Varese proseguono le udienze sull’insinuazione dei creditori allo stato passivo: dopo quella dello scorso 25 settembre, è stata fissata un’altra udienza per il 30 ottobre. La procedura si sta rivelando più lunga e complessa del previsto: il giudice delegato, Ida Carnevale, e il curatore, Marco Bianchi, devono passare al vaglio quasi trecento posizioni creditizie (per la precisione, 272) e si annuncerebbero possibili, clamorosi sviluppi nelle pratiche per riconoscere o meno l’effettivo diritto degli interessati a ricevere i crediti vantati nei confronti dell’azienda fallita.

Verso la vendita del marchio e della licenza stipulata con azienda USA

Fra le procedure intraprese dal curatore fallimentare per reperire la liquidità necessaria a pagare i creditori, c’è anche la vendita del marchio, delle proprietà immateriali e del contratto sottoscritto dalla Pensotti con un’azienda americana, la Nooter/Eriksen Inc. Si tratta di un contratto di licenza stipulato dall’azienda legnanese alcuni mesi prima del fallimento, per la cessione di tecnologia inerente le caldaie industriali, di biomassa e rifiuti per produrre energia. In seguito all’acquisizione, l’azienda americana fondata da Vern Eriksen ha creato una nuova divisione, Specialty Boilers, con sede a St. Louis (Missouri) e guidata dall’ingegnere Larry Greene.

RSU sollecita i sindacati a chiarire le procedure agli ultimi 37 lavoratori

In vista della scadenza del 31 ottobre, Franco Lizzi, componente della RSU Pensotti, ha invitato USB, CISL e CGIL a organizzare una riunione sindacale per spiegare ai 37 lavoratori come dovranno comportarsi una volta ricevuta la lettera di licenziamento. «Diversi lavoratori – spiega Lizzi – mi hanno chiesto informazioni sulle norme del preavviso, cosa che devono spiegare i sindacati a chi dovrà rinunciare per andare subito in NASPI: in pratica, come fare la conciliazione. Aspetto, anzi i lavoratori aspettano una risposta dai sindacati».

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