Perché il segnale di aiuto contro la violenza sulle donne è fuorviante

villacortese serata centro antiviolenza

Sta circolando in questi giorni un video, Signal for Help, lanciato nell’aprile del 2020 dall’associazione Canadian Women’s e rilanciato in Italia da Giuditta Pasotto, fondatrice dell’associazione per genitori single Gengle.it. Molti di voi l’avranno visto. A me è arrivato via social dalle persone più disparate, anche uomini, tutte convinte, con la condivisione, di aver fatto un nobile gesto e di aver dato il proprio contributo contro l’aberrante fenomeno della violenza domestica che, ahinoi, si nutre e cresce con l’isolamento e il lockdown.

Il video presuppone che al segnale parta un protocollo di intervento, ma non è così. Spiace dover riportare tutti con i piedi per terra, ma nella vita reale non basta fare un segnale magico per far accorrere prontamente Superman a salvarci. La situazione da risolvere è ben più complessa.

Il video, soprattutto quello della Pasotto ormai virale, è stato certamente realizzato con le migliori intenzioni, scatena in noi quell’empatia che ci spinge a voler fare qualcosa per risolvere il problema, ma rischia di essere illusorio, mistificante, se non addirittura controproducente e questo preoccupa molte associazioni che si occupano di donne maltrattate. Chi lavora quotidianamente per aiutare le vittime di abusi domestici sa quanto tempo occorra alle vittime per maturare il convincimento a rivolgersi ai centri antiviolenza o chiamare il 1522 e denunciare.

La messa in sicurezza di una donna maltrattata e degli eventuali figli è un percorso che non si improvvisa in quanto richiede competenza e protocolli collaudati da parte di molteplici soggetti: forze dell’ordine, centri antiviolenza, assistenti sociali e personale sanitario per primi. Per questo mi associo alla richiesta dei vari centri antiviolenza, che chiedono di non divulgare il video: seppure fatto in buona fede, può diventare pericoloso.

Purtroppo il pericolo è fra le mura domestiche: le donne maltrattate devono fare il primo sforzo di individuare la minaccia e denunciarla per tempo. Il secondo passo sta a chi deve accogliere la denuncia. Va salutata perciò come una novità positiva, in questo ambito, la nuova circolare della Direzione Anticrimine ai questori, nella quale si dice che è improprio ricondurre le liti tra coniugi a quei “dissidi privati” per i quali il regolamento prevederebbe, dagli agenti chiamati a intervenire, una “bonaria ricomposizione”. Dopo il sopralluogo, bisognerà invece ricontattare la donna e verificare che non nasconda violenze. Questo perché troppo spesso le richieste di aiuto si concludono con una pace fittizia in famiglia riportata dagli agenti, pace che dura fino al successivo episodio di violenza.

L’aiuto concreto per le donne viene dai centri antiviolenza. Nel corso degli anni si sono strutturati in una rete valida ed efficiente, vedi la Rete Antiviolenza Ticino-Olona, a cui i nostri territori fanno riferimento, per lavorare in sinergia. Il loro è un lavoro competente, silenzioso, discreto, per garantire la sicurezza delle persone che vi si rivolgono per chiedere aiuto. La Rete Antiviolenza da qualche tempo collabora anche con quelle associazioni che si occupano specificatamente dei maltrattanti: di quelle persone che su base volontaria, in carcere, scelgono un percorso di recupero.

Le situazioni sono complesse e richiedono fondi statali e regionali adeguati, con garanzie per gli stanziamenti che possano consentire progetti di intervento a lungo termine. E quindi tornando al punto di partenza: che cosa fare per aiutare chi è vittima di maltrattamenti, non solo fisici, e di stalking?

I numeri da chiamare attivi a livello nazionale sono: numero verde antiviolenza e stalking attivo 24 h/24 1522; per le emergenze (ambulanza, forze dell’ordine) 112; reperibilità telefonica 24 h/24 Rete Ticino Olona 329 5870862. A livello locale è operativo il Centro antiviolenza Filo Rosa Auser in via XX Settembre 30 a Legnano, tel. 348 321 2482, con i seguenti orari di apertura: martedì, giovedì e sabato dalle ore 10.00 alle 13.00, mercoledì e venerdì dalle 16.00 alle 19.00.

Pinuccia Auteri
assessore alle politiche culturali e di genere del Comune di Canegrate

Il #SignalForHelp contro la violenza sulle donne: la sfida social di Tovaglieri (Lega)

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