C’è un bustocco nel “buon formaggio” celebrato da Carlin Petrini di Slow Food

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BUSTO ARSIZIO – Il “buon formaggio” al top? Lo si trova sulla tavola di un appassionato oste bustocco. Trapiantato da dieci anni sulla Sila.

Da Busto al villaggio di Buturo

Si chiama Stefano Rabolini ed è l’unico abitante di Buturo, piccolo villaggio a 1500 metri di altitudine nel territorio del Comune di Albi in provincia di Catanzaro, dove nel 2009, insieme alla compagna originaria della Calabria Raffaella Piccinino, ha aperto la locanda Pecora Nera.
Un’attività di ristorazione “a chilometro zero” che, dopo aver conquistato il premio come “osteria con la miglior dispensa” all’edizione 2019 del Cheese di Bra, il festival del formaggio di Slow Food, è stata inserita dal mitico Carlin Petrini in persona, il fondatore di Slow Food, tra le migliori cinque “locande del buon formaggio” di tutta Italia.

«Infaticabili cercatori di prodotti di qualità»

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Carlin Petrini

Un’attestazione prestigiosa: «Raffaella e Stefano sono infaticabili cercatori di prodotti di qualità e non c’è piatto che non venga presentato raccontando il paese di provenienza, la storia dell’artigiano che l’ha prodotto e le sue peculiarità». Così Carlo Petrini, un’autorità per il cibo di qualità nel mondo, “certifica” il valore della locanda Pecora Nera di Stefano Rabolini.

Come in un film

La storia di Stefano e della sua compagna Raffaella sembra la trama di un film. Si conoscono a Ravenna, dove lui, nato a Busto Arsizio, gestiva un ristorante nel centro storico. Vanno in vacanza nella terra di origine di lei e si innamorano di questo villaggio completamente disabitato dove un tempo c’era la bottega della famiglia di Raffaella, tanto da trasferirvisi e aprire la locanda, ribattezzata anche come «l’ultimo presidio di resistenza enogastronomica e contadina». Dove accolgono gli affezionati clienti come a casa loro, tra il vecchio tavolo della nonna e un caffè fatto con la moka. Un mondo, le osterie tradizionali, che sempre Petrini vorrebbe fossero riconosciute come patrimonio Unesco.

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