Giù le mani dal Pipita Higuain: ha sbagliato, ma quanto moralismo

Pipita Higuain moralismo

Io sto dalla parte del Pipita Higuain. E’ ovvio ha sbagliato, ma scagliarsi con tanta violenza contro l’argentino lo trovo esagerato. Una reazione fuori controllo quella di Higuain al momento dell’espulsione. Da censura. Ovvio, scontato e banale. Ma Gonzalo Higuain non va mortificato, secondo me, per quello che ha fatto quando gli è stato sventolato davanti al naso il cartellino rosso. Espulsione giustissima e squalifica sacrosanta, ma il vento di passione che si è sollevato, anche dall’ambiente “amico” rossonero è esagerato. Esattamente come la reazione del Pipita. Scomposto come un ragazzino frustrato che teneva tanto all’esame davanti alla ex squadra che lo aveva sedotto tre anni fa, abbandonandolo come l’ultimo dei ferri vecchi la scorsa estate. Il vento di moralismo che si è abbattuto sul Pipita fa anche un bel po’ sorridere. L’ultimo nauseato dal comportamento oltraggioso è stato il Ministro Dell’Interno, Matteo Salvini, che ha bastonato l’argentino: “Il suo comportamento è stato indegno, ero allo stadio con mio figlio e da milanista mi sono vergognato”. E cosa avrà fatto mai Higuain di così sconcertante da innescare il ribrezzo del leader leghista?

Quanto moralismo inutile

Dissento da ogni ricostruzione sociologica o economica: i “vizi” e le esagerazioni extracalcio di Higuain sono gli stessi di tutta la categoria; non si può, inoltre, massacrare un giocatore solo perchè riceve stipendi miliardari. O meglio, l’ambiente esterno può fare anche questo, legittimo, ma Higuain non può essere etichettato come un pazzo scatenato perchè guadagna un sacco di soldi. E neanche si può dire, secondo me, che da un professionista che guadagna tanto ci si aspetta che sappia controllarsi. Stiamo parlando di un essere umano, fatto di cuore e testa. Le fragilità del Pipita sono venute fuori dopo l’errore dal dischetto. Mettiamoci nei panni di Higuain: sognava una grande notte, con tanto di beffa alla ex “amante” che l’aveva scaricato come lo spasimante meno attraente, perchè nel frattempo da Madrid era arrivato quello bello e vincente. E invece, carico di frustrazione, si è visto parare il rigore che avrebbe potuto cambiare le sorti dell’incontro. Al momento della follia più insana si è ritrovato di fronte Ronaldo, proprio lui, che cercava di calmarlo. Un’immagine che deve avergli fatto aumentare e non poco il senso di frustrazione di una serata in cui non l’ha toccata quasi mai e non solo per colpa sua.

Il Milan non sembra il suo ambiente

La sensazione, poi, è che Higuain non si trovi alla perfezione in una squadra scadente dal punto di vista tecnico e anche rinunciataria sotto il profilo filosofico. Il killer argentino, coi nervi di burro, è crollato. L’uomo è crollato. E i soldi non c’entrano nulla. Da una parte ci sono le aspettative dell’ambiente esterno che si aspetta legittimamente che il campione strapagato faccia sempre la differenza, ma dall’altra c’è l’animo dell’uomo che di fronte a un certo tipo di contesto psicologico non può frenarsi e avere la lucidità di dire: “Eh no, sono il Pipita Higuain, rappresento il Milano, guadagno tanti soldi e quindi devo stare calmo”. E dai.

Pipita Higuain moralismo Malpensa24