Più Fagnano sul Galfra: «Foto della petizione “bugiarda”. Alberi non secolari»

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FAGNANO OLONA – «Ma quale scempio? Ma quale disboscamento? L’allargamento del campo sportivo è un progetto che nasce dalla richiesta della società. Ed è pensato nell’ottica di dare un valore aggiunto ai piccoli fagnanesi che fanno calcio, e alla comunità. Nel rispetto anche del monumento, un luogo caro a tutti i cittadini. Noi compresi». Questa in sintesi la posizione della maggioranza. Che ha partecipato numerosa alla conferenza stampa di questa mattina (martedì 19 gennaio), per chiarire la propria posizione sul Galfra, sul taglio degli alberi e per provare a spegnere l’incendio polemico che sta divampando in paese. Anche sull’onda di una raccolta firme che, tra cartaceo e versione online, ha già raggiunto un migliaio di firme.

Prove di solidità in maggioranza

Il primo segnale da dare era sulla condivisione del progetto da parte della maggioranza. Obiettivo raggiunto sia per il numero degli esponenti di Più Fagnano che hanno partecipato alla conferenza, sia per gli interventi fatti. In presenza o collegati via Zoom c’erano, infatti, il sindaco Elena Catelli, il vicesindaco Gabriele Moltrasi, l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Rosa, il presidente del consiglio Alessio Mannino e i capigruppo Federico Fasolino di Fratelli d’Italia e Fabio Beltemacchi di Più Fagnano. Ognuno ha messo il proprio mattoncino per puntellare il progetto che, come ha avuto modo spiegare Rosa «verrà portato avanti e realizzato. Può piacere oppure no, ma quando è stato il momento di portare idee nessuno della minoranza ha detto nulla in proposito». E il dato politico che emerge è che, forse davvero per la prima volta e in maniera convinta, la maggioranza che regge le sorti del Castello e del paese ha parlato all’unisono.

Onestà intellettuale

Al centro della conferenza c’è stato il progetto di ampliamento del Galfra, ma anche la petizione. Che gira in paese in alcuni esercizi pubblici fagnanesi e che, ha spiegato Rosa, «contiene alcune inesattezze. A partire dall’immagine che accompagna la raccolta firme: non mostra l’attuale situazione del monumento e degli alberi che crescono attorno. «Le piante – ha precisato Rosanon sono secolari e il parco non verrà ridotto del 40 per cento ma solo del 30 per cento». E sulla nuova recinzione, altro tema di dibattito, che dovrebbe delimitare il campo dall’area monumentale: «Basta andare a vedere com’è messa quella attuale, che presenta buchi e cedimenti in più punti. Quella da noi prevista è la classica recinzione amovibile in rete in acciaio e verrà schermata con una siepe, con impatto visivo migliore rispetto a ora». Chiarimenti, al pari che l’ampliamento è una richiesta della società per poter soddisfare il numero di tesserati, messi sul tavolo dall’assessore ai Lavori pubblici, che conclude: «Nel momento in cui si pone l’attenzione della cittadinanza su situazioni di criticità ci devono essere premesse corrette. La petizione invece parte da presupposti sbagliati».

Sul tasto ha battuto anche Moltrasi, il quale non si è spinto in campo tecnico ma ha ribadito: «Tanto si è parlato di dialogo. La politica buona e costruttiva si basa sulla capacità di farsi capire e saper ascoltare. Serve onestà intellettuale da parte di coloro che partecipano al dibattito. Non punto il dito contro nessuno, ma chi invoca il dialogo si deve adoperare per renderlo possibile all’interno di ambiti di correttezza».

Ma quante piante verranno tagliate?

Questo è l’unico punto sul quale l’amministrazione ha dato la sensazione di prendere tempo. Ma il motivo, secondo quanto spiegato da Rosa, è dovuto al fatto che, sugli alberi attorno al monumento, chiarezza verrà fatta solo nel momento in cui arriverà la relazione dell’agronomo incaricato dall’amministrazione. Ma non solo. Andiamo con ordine: le piante che dovrebbero essere sacrificate per via del progetto saranno 9 «e non sono state piantumate nel 1918». E’ anche vero che potrebbero non essere le uniche a venir tagliate. Perché? Per via di una relazione agronomica che risale al 2017 (precedente amministrazione) e dice che, delle 26 piante presenti, almeno 24 non sono in buona salute. Ma l’amministrazione ha deciso di approfondire e ha dato mandato a un altro professionista che dovrà relazionare il loro attuale stato di salute. «Ciò significa – ha precisato il sindaco Catelli – che se fossero ammalati e soprattutto pericolosi, visto che stiamo parlando di un parco, potrebbe intervenire anche su altri alberi». Prevedendo sempre le compensazioni  ambientali.

Il vero scandalo è la ciclopedonale

L’impatto del futuro intervento è un altro dei temi al centro del dibattito. E a tal punto l’assessore Rosa ha messo lì la ciclabile, «quella sì impattante sul contesto in cui passa, per come è stata costruita». Insomma, l’allargamento del Galfra si farà, «anche perché i tempi per il confronto ci sono stati e non sono stati sfruttati. La petizione chiede di bloccare tutto, ma noi abbiamo fatto tutti i passaggi istituzionali in maniera corretta. Non possiamo rinviare». Federico Fasolino aggiunge un altro motivo del perché è necessario procedere: «Per portare qualcosa di nuovo a Fagnano, un paese che si sta spegnendo. Soprattutto per dare qualcosa ai nostri ragazzi che vanno altrove. Vogliamo dare un valore aggiunto al contesto del monumento e al parco. Sui quali, vorrei ricordare, fino a qualche giorno fa nessuno aveva nulla da dire per via delle condizioni in cui versano da anni».

La clava di Beltemacchi

Il leghista Fabio Beltemacchi è quello che senza troppi giri di parole va giù più duro di tutti e dice ciò che forse tutta la maggioranza ha nel cuore: «Tutti sappiamo che questa storia della petizione è solo speculazione politica. Se uno non conosce il progetto può pensare che il taglio di nove alberi è peggio della deforestazione dell’Amazzonia. E c’è gente che gravita attorno alla società di calcio, che per anni ha chiesto interventi di miglioramento del campo senza mai ottenerli e ora si sta impegnando per raccogliere le firme. Hanno costruito la Pedemontana, hanno tirato giù un sacco di alberi, ma nessuno di questi ha mai speso una parola o raccolto una firma. Ci fanno passare per quelli che vogliono disboscare Fagnano, ma non è così. Abbiamo dedicato troppo tempo a parlare, ora è il momento di fare qualcosa per il calcio di Fagnano. E lo faremo».

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