#ilbruttodivivereabusto

busto efrem politica realtà

Su Facebook leggiamo un post di Alessandra Ceccuzzi, presidente dei commercianti del centro di Busto Arsizio, in difesa dell’immagine della sua città. Testuale: “La campagna mediatica contro Busto Arsizio mi induce a pensare a un disegno politico più che a un caso. Spero di avere torto”. Il post è stato pubblicato prima dell’arresto del consigliere comunale Paolo Efrem per presunta collusione con la ‘ndrangheta; l’oggetto erano (sono) gli episodi di cronaca che hanno movimentato la movida notturna, finendo per evidenziare un grave problema di disagio sociale rispetto a quanto accaduto (e accade) nelle piazze e nelle vie del “salotto buono” della città: violenze, vandalismi, risse, schiamazzi e persino accoltellamenti.

Ordinaria amministrazione, si dirà, a Busto come in mille altre località. Vero. Ma cosa dovrebbe fare la stampa? Silenziare la cronaca? E cosa dovrebbero fare le autorità? Resuscitare il Minculpop, il famoso o famigerato Ministero della cultura popolare di mussoliniana memoria? Può essere che a Busto ci sia qualcuno che non disdegnerebbe di censurare i giornalisti, passando loro soltanto le veline. Anzi, qualcuno c’è. Ma non è questo il punto. La questione riguarda l’involuzione complessiva del tessuto sociale, che non migliora tacendo i fatti o, se preferite, nascondendo la polvere sotto il tappeto. Non esistono campagne mediatiche né, tanto meno, disegni politici di una politica incapace di avere una qualunque visione. Nessun complotto contro Busto, soltanto la realtà, possibilmente una realtà oggettiva che può dispiacere, ma che non si può dissimulare. Anche quando finisce sui media nazionali, creando comprensibile imbarazzo a chi vorrebbe far credere di abitare nel paese del “mulino bianco” e non in un posto con le contraddizioni, i problemi, spesso i drammi, personali o collettivi, dell’intera società.

L’hashtag #ilbellodivivereabusto sbatte contro la quotidianità, persino contro il sospetto che un consigliere di Palazzo Gilardoni sia colluso con la ‘ndrangheta, una “famiglia” che ha trovato alloggio dalle nostri parti, nella vicina Lonate Pozzolo e in altre zone del territorio. Busto Arsizio non ne è immune. D’accordo, la presunzione d’innocenza vale per chiunque, ma qui non si tratta di essere forcaioli, di sventolare le manette o, peggio, il cappio. Si tratta di guardare in faccia la realtà, che parla di un sistema opaco anche dalle parti della politica, frequentata, accanto a persone rispettabilissime, da diversi scappati di casa, se non da personaggi dediti al malaffare, che, arrivando anche da fuori, hanno finito, appartenendo alla stessa compagnia di giro, per inquinare l’ambiente. Potremmo fare mille esempi, ci basti ricordare certe presenze del recente passato nei corridoi del Municipio, fino a prova contraria nulla di penalmente rilevante, molto da riportare ai dubbi di una contiguità opportunistica rispetto ai protagonisti dell’inchiesta Mensa dei poveri.

Poi possiamo giustificare tutto, ma non riusciremo mai a negare l’evidenza. E se Paolo Efrem oggi è sconosciuto ad alcuni dei suoi “leali” e “impavidi” mentori politici, ci pare un’impresa sostenere che mai abbia contribuito ai successi elettorali di alcuni esponenti e settori dell’attuale classe dirigente. O che mai abbia preso parte ai conciliaboli pseudo decisionali di qualche vero o fittizio centro di potere locale. Diremmo una bugia, come se ne dicono tante in politica a beneficio di un elettorato che può persino credere alle resipiscenze di chi, da civico, ritorna nelle braccia di un partito. Siccome nessuno è come San Paolo e non ci sono vie di Damasco su cui essere folgorati, il tutto va riportato ai tatticismi di cui è costellato il cielo di Palazzo Gilardoni. Oggi sotto choc per l’arresto di un suo rappresentante, domani lesto a voltare pagina facendo finta che sia accaduto una cippalippa, cioè nulla. Come sempre succede quando accade qualcosa di clamoroso ma, per lor signori, non accade nulla, E si tira a campare. Anche nel #bruttodivivereabusto è pur sempre meglio tirare a campare che tirare le cuoia. Divo Giulio docet.

busto politica efrem realtà- MALPENSA24