Profughi e italiani vivono assieme nelle case delocalizzate. Il progetto Cri funziona

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SOMMA LOMBARDO – Nato come progetto di inclusione per i profughi rimasti ad abitare a Case Nuove di Somma Lombardo dopo il soggiorno temporaneo all’Hotel Cervo, ora nelle case delocalizzate gestite dalla Croce Rossa a due passi da Malpensa vivono anche italiani in difficoltà, coinvolti in un percorso di reinserimento sociale. L’esperimento, ne sono convinti in Comune a Somma Lombardo a un anno e mezzo dall’avvio, è stato un successo. Per questo motivo la giunta Bellaria ha deciso di rinnovare la convenzione con la Cri di Gallarate.

Gli asilanti di Case Nuove

Sembrano lontane anni luce le polemiche nate attorno al civico 20 di via Baracca, la palazzina di Case Nuove demolita nel 2017 dopo essere stata occupata per almeno due anni e mezzo da quattordici persone. Tra loro anche nove richiedenti asilo che avevano soggiornato all’Hotel Cervo trasformato nel 2012, in piena emergenza Libia, in uno dei primi Cas d’Italia. Ma che fine fecero? D’intesa con la prefettura e Regione Lombardia, il sindaco Stefano Bellaria e il suo vice Stefano Aliprandini (Servizi sociali) firmarono una convenzione con la Croce Rossa, una sorta di patto per il reinserimento sociale guidato di queste persone. Eccezion fatta per una coppia che decise di lasciare la città, i richiedenti asilo (che formalmente risultavano residenti a Somma Lombardo) e una famiglia con una minore a carico furono temporaneamente ricollocati in due distinti immobili delocalizzati che, in virtù del fatto che si trovano all’interno di antiche corti, a differenza degli altri non vennero abbattuti. Con un esborso contenuto da parte del Comune e mediante l’intervento di Aler, i due alloggi vennero sistemati e diventarono di nuovo abitabili.

Italiani e profughi insieme

«Diciamolo francamente: per queste persone trovare qualcuno disposto ad affittare loro una casa è molto più difficile», disse il primo cittadino. La sua giunta decise dunque di varare un progetto di reinserimento accompagnato, anche perché nel frattempo alcuni di loro avevano iniziato a lavorare a Malpensa e dunque ad accumulare risorse per avere presto un’autonomia economica e tornare a essere indipendenti. «Qualcuno ce l’ha fatta e ha lasciato gli immobili di Case Nuove», racconta oggi soddisfatto il sindaco. «Hanno preso il loro posto altre persone in difficoltà, tra cui anche sommesi doc che hanno bisogno di essere accompagnati in un percorso di reinserimento lavorativo e sociale». La permanenza, infatti, ha carattere temporaneo. La Croce rossa ha il compito di tenere monitorato il soggiorno degli ospiti, vincolato a un regolamento molto rigoroso che bisogna rispettare. Un modo virtuoso, insomma, di gestire le emergenze sociali temporanee. Chiunque sia la persona che chiede un aiuto per tornare ad avere un’indipendenza nel pieno rispetto della legalità.

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