Pusher in zona Malpensa, latitante dal 2018: scovato dalla Polizia in un appartamento a Lonate

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LONATE POZZOLO – Arrestato dopo quattro anni di latitanza: per un pusher marocchino, attivo nella zona di Malpensa (molto probabilmente anche dopo aver fatto perdere le sue tracce), si sono aperte le porte del carcere, dove dovrà scontare una pena di quattro anni e nove mesi per la somma di una serie di condanne definitive. Merito del lavoro degli agenti del commissariato di Polizia di Busto Arsizio, che lo hanno sorpreso nel sonno nell’appartamento di Lonate Pozzolo che aveva scelto come rifugio, e come base per la sua attività di spaccio, testimoniata dal ritrovamento, nell’abitazione, di 5000 euro di denaro contante e di tutti i “ferri” del mestiere, come bilancino e telefoni usa e getta.

Il latitante

Era dal 2018 che B.A., marocchino di 41 anni, riusciva a evitare le manette: su di lui pendeva infatti un ordine di carcerazione che, sommando varie condanne definitive soprattutto per spaccio di sostanze stupefacenti, ne prevedeva la detenzione in carcere per un totale di quattro anni e nove mesi. L’uomo, che in passato era stato più volte arrestato e indagato perché ritenuto un pusher di livello operante nella zona della Malpensa, era riuscito a sottrarsi alla cattura nel 2018 e a rimanere uccel di bosco, eludendo le ricerche delle Forze dell’Ordine, fino a ieri, 16 marzo.

Il blitz della Polizia

All’alba gli investigatori del Commissariato di Polizia di Stato di Busto Arsizio, concludendo di una rapida quanto efficace indagine, lo hanno localizzato e arrestato. I poliziotti di via Foscolo hanno sorpreso lo straniero nel sonno, in un appartamento di Lonate Pozzolo non distante dalle zone nelle quali in passato svolgeva la sua attività illecita ma che non era a lui facilmente riconducibile in quanto preso in affitto da una sua connazionale. In realtà gli agenti non escludono che B.A. continuasse, anche durante la latitanza, ha spacciare droga, come sembrerebbero dimostrare i circa 5000 euro in contanti, il bilancino, i numerosi telefoni e il materiale per confezionare le dosi trovati nell’appartamento. Il pregiudicato è stato arrestato e condotto in carcere dove sconterà la sua condanna.

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