Ragazza di Legnano bloccata da due mesi in Bangladesh: «Nessun aiuto dall’Italia»

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LEGNANO – Bloccata da più di due mesi in Bangladesh, con la necessità di procurarsi farmaci per alcune patologie di cui soffre e senza alcun sostegno concreto dalle autorità italiane. È la situazione che sta vivendo una giovane legnanese, Tiziana Casamassima, in seguito all’emergenza per il coronavirus. «Mia figlia – racconta a Malpensa24 il padre Giuseppe – è bloccata dall’8 marzo in Bangladesh e ancora non sappiamo come fare a farla rientrare. Quando è partita a febbraio niente faceva prevedere quello che sarebbe successo poi, fatto sta che dall’8 marzo non può lasciare il Paese a causa delle chiusura delle frontiere. Dall’ambasciata italiana e dal ministero degli Esteri abbiamo ricevuto risposte molto vaghe. Ora sembra che da fine mese riprenderanno i voli, ma continuano a rinviare di settimana in settimana la fine del lockdown: doveva terminare già il 20 aprile e non è detto che sia rispettata la scadenza di fine maggio».

È a casa del fidanzato e ha bisogno di medicine

Tiziana, 22 anni, si trova in un villaggio vicino a Raipur, a più di tre ore di auto dalla capitale Dacca. In febbraio era volata laggiù per raggiungere il fidanzato, Hasan, di 25 anni, che aveva conosciuto in Italia: i due (nella foto) lavoravano insieme in un ristorante del centro commerciale di Arese. Lo scorso agosto ad Hasan era scaduto il permesso di soggiorno e in base alle leggi introdotte dall’allora ministro Salvini era stato espulso dal nostro Paese. Tiziana l’ha raggiunto il 26 febbraio, con la prospettiva di fermarsi fino all’8 marzo. Dall’età di 5 anni soffre di diabete; inoltre è celiaca e ha una malattia della tiroide. Queste patologie non le hanno impedito di praticare attività sportiva, come il softball in una squadra della città. A causa del blocco degli spostamenti per il Covid-19, ha dovuto comprare di tasca sua l’insulina e le medicine di cui ha bisogno, dopo averne esaurito le scorte; fortunatamente riesce a procurarsele. «Non le dico – confida il papà – quanto siamo preoccupati io, sua madre e la sorella più piccola. Senza contare la mancanza di assistenza delle autorità italiane».

La vana ricerca di un volo di rientro

Giuseppe Casamassima ha contattato la Farnesina il 12 marzo, ottenendo risposta solo il 28. Da allora è iniziata la vana ricerca di un volo per il ritorno in Italia, con scali inderogabili in India o Turchia, viaggi fino a 50 ore, costi tra i 2.000 e i 3.000 euro. Ma il problema maggiore era che, dovunque questi voli avessero fatto scalo, Tiziana sarebbe stata messa in quarantena. «L’ambasciata di Dacca, contattata da mia figlia diverse volte, non ha dato risposte se non di arrangiarsi da sola o consigliando voli sempre non organizzati dall’Italia e con costi proibitivi. Noi non abbiamo mai chiesto un volo gratis, ma speravamo che il governo, che prometteva che nessuno sarebbe stato abbandonato, potesse organizzare voli di rientro con costi accessibili per tutti. Invece non c’è stata alcuna assistenza logistica e non sapevamo neppure dove sarebbe atterrata in Italia, se a Malpensa o a Fiumicino. Sappiamo che è ospite del suo ragazzo e questo ci dà un po’ di tranquillità. Speriamo che le serva come lezione di vita: io e mia moglie l’avevamo sconsigliata, era anche partita con due giorni di ritardo e speravamo che cambiasse idea. Ma al cuore non si comanda…».

«Sto bene, ma voglio tornare a casa»

Da noi contattata, Tiziana conferma di stare bene, anche se da settimane passa le giornate a cercare un modo per tornare. In questa stagione, nella regione dove si trova il tempo è spesso brutto e la corrente manca anche per molte ore. «Per ora tutto bene – dice – ma starei molto meglio se riuscissi a tornare a casa. Al momento in Bangladesh hanno prorogato il lockdown fino al 30 maggio, ma lo hanno già fatto 4 o 5 volte e quindi non ci spero troppo. Non ci sono voli diretti e l’ambasciata italiana mi ha detto che avrei dovuto fare scalo a Istanbul oppure in India e poi altrove, ma costava molto e soprattutto non volevo fare la quarantena da sola. Dall’oggi al domani – prosegue la giovane – mi hanno informato di un volo charter organizzato dalla Germania, ma non ho potuto prenderlo perché ho il visto scaduto e non posso spostarmi a Dacca per rinnovarlo, dato che nel frattempo hanno bloccato tutto per il virus». Insomma, un bel pasticcio, per superare il quale Tiziana e la sua famiglia dovranno portare ancora pazienza.

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