Spaccio, omicidio al Rugareto a Rescaldina: i tre super testimoni davanti al Gip

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RESCALDINA – Si sarebbero contraddetti su alcuni punti i tre principali testi d’accusa comparsi davanti al Gip del Tribunale di Busto Arsizio in sede di incidente probatorio in relazione all’omicidio di Bouda Ouadia 25enne clandestino e senza fissa dimora, avvenuto a Rescaldina nel pomeriggio dello scorso 2 aprile.

I boschi dello spaccio

A novembre per l’assassinio del giovane avvenuto nel bosco del Rugareto, zona da anni nota come teatro di spaccio, erano stati arrestati due connazionali della vittima, entrambi 20enni. Le difese suggeriscono, per contro, un’altra pista. Furono gli stessi carabinieri della compagnia di Legnano a trovare il cadavere di un uomo, senza documenti: era stato colpito a morte da un’arma. Dal confronto del suo volto con le foto nella banca dati delle forze di polizia era emersa l’identità della vittima, confermata nei giorni successivi dalla fidanzata. La ragazza fu la prima a legare l’omicidio alla guerra in corso tra bande rivali per la conquista delle piazze di spaccio all’interno del bosco.

Guerra tra bande

In quel pomeriggio di inizio aprile, il gruppo di aggressori, armato di pistole e fucili, assaltò i rivali, che, avvertiti da un palo, stavano provando a fuggire. La vittima venne colpita a morte alla testa e un 27enne venne ferito di striscio alla testa e alla gamba. Sul terreno erano rimasti numerosi bossoli di armi di diverso calibro tra le quali carabine di precisione e fucili mitragliatori.

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