Ricordo della Battaglia del San Martino: «Libertà e liberazione valori eterni»

CUVEGLIO – «Libertà e liberazione sono un compito difficile, un compito che non finisce mai. Che sia questo il nostro compito». Con queste parole, ieri (domenica 15 novembre) nella sala polivalente comunale, Gian Celeste Pedroni, docente alla locale scuola secondaria di primo grado “Marconi”, ha concluso l’orazione ufficiale alla celebrazione del 78esimo anniversario della Battaglia del San Martino.

Il valore della Resistenza

La pioggia ha impedito lo svolgimento della cerimonia in vetta alla montagna valcuviana teatro, dal 14 al 16 novembre 1943, del primo episodio di Resistenza partigiana. Dopo la cerimonia dell’alzabandiera nel piazzale del municipio, i partecipanti alla commemorazione hanno raggiunto in corteo la chiesa parrocchiale di San Lorenzo dove, l’arciprete, don Lorenzo Butti, ha celebrato la messa. Al termine del rito, dopo la deposizione di una corona d’alloro davanti al monumento ai Caduti del San Martino, nella sala polivalente si è svolta la celebrazione civile che ha visto protagonisti anche alcuni studenti del locale istituto comprensivo “Dante Alighieri”.

I presenti

Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il prefetto Dario Caputo, il presidente della Provincia, Emanuele Antonelli, il presidente della comunità montana “Valli del Verbano”, Simone Castoldi, il sindaco di Cuveglio, Francesco Paglia, il dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Varese, Giuseppe Carcano, la presidente del comitato provinciale dell’Anpi, Ester De Tomasi, e i comandanti delle compagnie Carabinieri e della Guardia di finanza di Luino, capitano Alessandro Volpini e capitano Stefano Serio.

Il ricordo della battaglia

Quello del professor Pedroni è stato un intervento molto incisivo e apprezzato dal numeroso pubblico presente. «Chi era salito al San Martino conosceva bene per cosa stava combattendo – ha evidenziato l’oratore – Si combatteva il fascismo che non è stata un’idea, ma la negazione di tutte le idee e di tutte le libertà altrui». A volte, parlando ai più giovani, ha rivelato Pedroni «ci si sente domandare: a cosa è servita la Resistenza?». La risposta dell’oratore è convinta: «La Resistenza è servita, è servito il San Martino. Perché, i partigiani tra il  1943 e il 1945 hanno tenuto impegnate contemporaneamente ben sette divisioni dell’esercito tedesco, quando ogni divisione sarebbe stata indispensabile in altri luoghi».

Pedroni, infine, ha sollecitato i giovani ad armarsi di «lucidità, intelligenza e studio per affrontare le sfide epocali che li attendono nei prossimi anni e perché, quando queste mancano, le stesse pulsioni che hanno generato i fascismi sono pronte a riemergere». Nel corso della cerimonia, lo spirito partigiano è stato evocato anche dal canto “Bella ciao” intonato da Emanuele Pescia e Stefano Tosi del gruppo “Sem pizzi duo”.