Ripresa, filo diretto Regione-imprese per gli investimenti nell’Altomilanese

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LEGNANO – Le imprese dell’Altomilanese chiamano, la Regione risponde. Obiettivo comune: sostenere la ripresa economica e quindi il lavoro. Se n’è parlato mercoledì 10 novembre alla tavola rotonda a Palazzo Leone da Perego di Legnano (nella foto) introdotta dalla capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Carolina Toia. «È importante in questo momento – ha rimarcato Toia, consigliere regionale nella passata legislatura – parlare di risorse e mettere in collegamento la Regione con i soggetti invitati, quindi bisogni e iniziative da una parte e dall’altra le risorse che Regione Lombardia mette a disposizione del territorio». Presenti il sindaco, il presidente del Consiglio comunale e alcuni consiglieri di minoranza.

Guidesi: «Sostenere l’unico generatore di lavoro»

«Dove il pubblico interviene a sostegno del sistema produttivo lombardo – ha esordito Guido Guidesi, assessore regionale allo sviluppo economico – l’intervento funziona se c’è un moltiplicatore: se a 1 investito corrisponde 1 di risultato, quell’intervento va cambiato. Per questo, unica Regione in Italia, abbiamo avviato una fase di cambiamento per la patrimonalizzazione della piccola e media impesa, per chiudere il dibattito sul fatto che le imprese troppo piccole non possono competere sui mercati. Il tessuto produttivo lombardo è fatto per il 98% di Pmi ed è vincente: cambiarne la dimensione vorrebbe dire omologarci agli altri.

«Il sistema lombardo è filieristico – ha proseguito Guidesi – con aziende che lavorano insieme e tengono a mantenere sia i clienti che i fornitori. La Regione ha messo in campo 460 milioni di euro, in buona parte per l’abbattimento dei tassi d’interesse sui costi di finanziamento, e un fondo di garanzia di 60 milioni per piccoli finanziamenti (fino a 20.000 euro) per dare liquidità alle imprese e consentire loro di fare investimenti. È una spinta anche per la categoria artigiana. Ancora, abbiamo proceduto a 23 interventi con finanziamenti arrivati dall’estero.

«Ora si apre una fase strategica. Stiamo aspettando le risorse della prossima programmazione europea, cambieremo gli strumenti per l’internazionalizzazione e interverremo laddove vedremo lacune, dalla formazione alla ricerca. Questo rapporto con le imprese ci può portare in un futuro prossimo a fare politiche strategiche anche settore per settore. Se facciamo squadra, sono estremamente convinto che potremo esprimere un potenziale ancora inespresso, nonostante sia stato appena raggiunto il record di fatturato sulle esportazioni e nonostante le difficoltà, come l’aumento dei costi dell’energia. L’unico soggetto che genera lavoro è l’impresa, non ci sono alternative, eppure in alcuni confronti con i sindacati questo non è ancora chiaro. La qualità e l’ingegno che esprimiamo in Lombardia sono difficilmente comparabili. Rimane da affrontare – ha concluso Guidesi – l’autonomia fiscale, nell’automotive noi investiamo 1 e la Baviera 6».

Confindustria: «Investire in formazione e tecnologia»

Queste, in sintesi, le osservazioni e le richieste alla Regione degli altri invitati alla tavola rotonda.

Giuseppe Scarpa, past president di Confindustria Alto Milanese: «Questo non è un periodo di crisi per l’industria, siamo quasi ai livelli pre pandemia. Il Covid ha dato la sveglia alla Regione. Due i filoni da sviluppare: il capitale umano, quindi la formazione attraverso Its e Ifts; seguire le aziende nella transizione tecnologica e informatica».

Gianfranco Sanavia, presidente di Confartigianato Alto Milanese: «In Lombardia il pubblico fa una cosa non comune: ascolta, in questo caso gli imprenditori. Ci sono segnali di ripresa e le cose stanno andando bene, i problemi sono le materie prime che non arrivano, i costi alle stelle, come pure quello dell’energia, il rischio che a magazzino esaurito i margini di guadagno vengano meno. Abbiamo la necessità di avere più certezze. Non basta dare soldi: bisogna creare qualcosa che cresca, e per questo bisogna risolvere vecchi problemi come la burocrazia e l’accesso al credito. Non chiediamo sussidiarietà, ma di lasciarci lavorare e di non frenarci. Bisogna potenziare l’apprendistato, oggi necessario per qualunque cosa si faccia nella vita».

Paolo Ferrè, presidente di Confcommercio Legnano: «Sono meno ottimista, rappresento un settore (commercio, turismo, servizi, divertimento) che è stato uno dei più colpiti dalla pandemia e ha subìto per decreto la chiusura delle attività. In quel periodo il governo non era preparato e competente per gestire la situazione. Non si deve più ragionare su piccole e medie imprese, ma su micropiccole e medio-grandi. Le banche non sono più disposte a dare alcuni finanziamenti. Chiediamo alla Regione di continuare a dare credito, di investire nella sicurezza nei luoghi del lavoro con le misure introdotte dall’emergenza sanitaria, di investire nei distretti urbani e del commercio per dare vivibilità ai centri storici, visibilità e creare indotto. E poi nelle società sportive, che con i loro eventi creano indotto a tutta la città, come nel caso della Coppa Bernocchi».

Carlo Bandera, presidente delle Associazioni società sportive legnanesi: «L’invito a partecipare a una tavola rotonda come questa è per noi una novità molto positiva. La realtà dello sport a Legnano è fatta di valori, praticanti, società (46 associate con 4.000 atleti, di cui il 70% minorenni, e un costo di iscrizione medio annuo di 264 euro) ed esigenze di strutture come un campo di calcio sintetico, 3 palestre polivalenti, una struttura per sport individuali oltre alla collaborazione con i comuni vicini per utilizzare a costi convenzionati spazi come palazzetti dello sport».

Tavola rotonda della Lega a Legnano sulla ripresa economica dell’Alto Milanese

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