MALPENSA – Le acque in Flybe erano agitate da tempo, ma il crollo della domanda causato dall’emergenza sanitaria ha dato il colpo finale. La compagnia low cost inglese, presenza ultradecennale a Malpensa, è di fatto il primo vettore vittima del Coronavirus. Ieri, 4 marzo, ha annunciato la fine delle attività e la messa a terra di tutta la flotta.
A rischio 2.300 lavoratori
La compagnia aerea regionale britannica aveva già evitato per un soffio di fallire a gennaio, ma da allora ha continuato a perdere denaro. Il calo della domanda causato dal Coronavirus «ha aggravato una situazione difficile». Ha cessato l’attività con effetto immediato: durante la notte la segnaletica della compagnia aerea era già stata rimossa dai display all’aeroporto di Exeter. Il sito web ha smesso di funzionare e al caricamento viene visualizzato un messaggio di errore che indica che il collegamento non è più attivo. La compagnia aerea britannica è entrata in amministrazione straordinaria.
In una lettera al personale Mark Anderson, Ceo di Flybe, ieri sera ha raccontato la sua «enorme tristezza» e di come il Coronavirus abbia messo «pressione su una situazione già difficile». Il crollo di Flybe mette a rischio 2.300 posti di lavoro, più l’indotto e gli effetti generati sul turismo e sul trasporto aereo.
Flybe a Malpensa
Flybe era infatti la più importante compagnia regionale a basso costo britannica e faceva parte della European low fares airline association basata a Exeter, in Inghilterra. Flybe operava da oltre 10 anni a Malpensa con voli diretti su Birmingham e Manchester. Per un certo periodo aveva volato anche su Cardiff, collegamento inaugurato nel 2015 alla vigilia di Expo, su Southampton, Hannover e Londra Southend. Insieme a Vueling, easyJet e Wizzair, fu una delle prime compagnie low cost che decisero di scommettere sullo scalo varesino dopo il dehubbing di Alitalia.
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