Nuova casa di riposo a Samarate, chi costruisce? Il nome a fine mese

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SAMARATE – La scadenza è fissata per il 30 giugno. La «deadline» – come dice l’assessore Luciano Pozzi (Urbanistica) – che sancisce chi sarà il costruttore della nuova casa di riposo a Samarate. Il groviglio burocratico si è fatto sempre più fitto: se ne parla dal 2019, quando la ditta Sereni Orizzonti si è aggiudicata il bando per l’alienazione di un’area comunale destinata a servizi socio-sanitari per anziani. Secondo gli aggiornamenti dello scorso febbraio, una misteriosa società aveva aperto le trattative per acquisire il terreno e subentrare nei relativi contratti stipulati con l’amministrazione comunale. Quindi, se così fosse, è questione di giorni per avere un nome e individuare una data per l’avvio dei cantieri.

La matassa

L’area in questione, che in base ai piani dovrà ospitare una struttura da 150 posti, fu acquistata da Sereni Orizzonti. Lo scorso febbraio, incalzato dalle minoranze, Pozzi in aula aveva riepilogato passo passo tutto l’iter che porta alla situazione attuale. Tra i passaggi, quello che di luglio 2021, quando la società comunicava di aver «intrapreso una trattativa con una società interessata ad acquisire l’area e a subentrare nei relativi contratti stipulati con l’amministrazione», diceva. E «ad agosto 2021 comunicava di aver stipulato un contratto preliminare di vendita del terreno, con richiesta all’amministrazione di consenso alla cessione».

Chi costruisce?

In questo contesto, una nuova azienda – che non è mai stata svelata – si è fatta avanti per acquisire l’area e quindi costruire la Rsa. La mediazione tra le due società dovrebbe dare un verdetto nel giro di pochi giorni: «Noi dobbiamo solo aspettare che venga presa una decisione, per sapere se da un punto di vista economico le cose sono sistemate. Come se fosse una trattativa da privati», spiega ora Pozzi. «Ma al momento il nostro interlocutore resta Sereni Orizzonti, proprietario dell’area e, per questo, continua a pagare il valore del terreno». Oltre ai vincoli di contratto a cui si resta vincolati, con dei tempi da rispettare per costruire: in linea di massima, «quattro anni dalla vendita dell’area – inizio 2019, appunto – più un anno di proroga». Tradotto: «Dovrebbe essere entro la prima metà 2024». Anche se, lo scorso febbraio, si parlava di «lavori entro l’anno».

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