SAMARATE – Cosa succederà al progetto della casa di riposo di via Gelada? In città se lo stanno chiedendo un po’ tutti, dopo la bufera giudiziaria che ha travolto la Sereni Orizzonti, società di Udine che è il primo player nazionale nella realizzazione e gestione di residenze sanitarie assistenziali per anziani (90 in tutto tra Italia, Germania e Spagna). Sono infatti finiti in carcere il presidente della società, Massimo Blasoni, e tre top manager del gruppo, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Udine per truffa aggravata al servizio sanitario nazionale.
Il progetto di San Macario
Sereni Orizzonti è la stessa società che un anno fa si è aggiudicata l’asta del Comune con cui era stata messa in vendita l’area da 10500 metri quadrati di via Gelada a San Macario di Samarate, vincolata alla costruzione di una casa di riposo per anziani. Un’iniziativa peraltro già in stato avanzato, visto che Sereni Orizzonti ha depositato il progetto della nuova struttura, versato gli oneri di urbanizzazione e ottenuto il via libera della commissione paesaggistica del Parco del Ticino. Tanto che il sindaco di Samarate Enrico Puricelli era pronto ad illustrare la proposta progettuale in commissione. Al momento nel governo cittadino prevale la linea della prudenza: «Faremo le opportune valutazioni nella massima trasparenza e nell’interesse dei samaratesi» la dichiarazione rilasciata dal vicesindaco e assessore ai servizi sociali Nicoletta Alampi.
«L’unica certezza»
A denunciare l’episodio, il Movimento Cinque Stelle di Samarate, che usa toni duri nei confronti dell’esecutivo, “rinfacciando” un «volantino di maggio 2019 con le dichiarazioni dell’amministrazione a guida Lega». In cui si leggevano commenti come “La casa di riposo e ormai una certezza” e “Nel 2018 è stato centrato un obiettivo storico”. Per Fortunato Costantino e gli attivisti pentastellati di Samarate invece, «l’unica cosa certa è che per costruire e gestire la casa di riposo a Samarate – la critica rivolta all’amministrazione – avete individuato un ex consigliere regionale di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia, Blasoni, che ha già patteggiato tre condanne, di cui una nel 1999 per bancarotta fraudolenta, evasione fiscale e corruzione aggravata».