San Vittore quasi senza medici di base, il sindaco ad Ats: «Situazione drammatica»

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SAN VITTORE OLONA – Medici di base ridotti all’osso a San Vittore Olona. Se le cose non cambieranno, l’anno prossimo gli 8.300 abitanti si ritroveranno con un solo medico nel comune e in molti dovranno rivolgersi ad altri con l’ambulatorio in altri paesi, magari neppure vicini. Una situazione «drammatica» per il sindaco, Daniela Rossi, che in settimana si è fatta portavoce con Ats delle difficoltà generate dalla carenza di medici di base, sia per telefono sia con «adeguata richiesta istituzionale» al direttore del dipartimento di Cure primarie Ats Milano, Galdino Cassavia.

Penalizzate le fasce più deboli

Fino all’anno scorso, nell’ambulatorio comunale si trovavano 4 medici, dei quali due donne: una si è trasferita, un’altra è appena andata in pensione e un terzo medico la seguirà tra pochi mesi. Ne rimarrà allora in servizio soltanto uno. Il timore diffuso è che non arrivi alcun rimpiazzo e che molti pazienti dovranno cercarsi un nuovo medico fuori paese.

«Trovarlo nella vicina Cerro Maggiore sarebbe ancora gestibile – osservano dall’Amministrazione comunale – ma doversi recare a Nerviano o a Parabiago farebbe decadere il concetto territoriale di assistenza. Da un lato, un medico di quelle parti difficilmente si sposterebbe fin qui per una visita in tempi brevi; dall’altro, sarebbero gravemente penalizzati i pazienti più deboli e con più difficoltà a spostarsi: pensiamo ai disabili, agli anziani, a chi non guida». E tutto questo senza contare gli ulteriori rischi e bisogni causati dall’emergenza sanitaria.

Politiche sbagliate a monte

Il «dramma» di San Vittore è lo stesso che vivono molti altri comuni dell’Altomilanese, e non solo. L’unica soluzione finora adottata dalle autorità sanitarie locali è caricare di ulteriori pazienti i medici rimasti sul territorio. «Spero che non si torni a 3.000 assistiti per medico – ragiona a voce alta l’assessore della giunta Rossi Andrea Pessina – quando le visite a domicilio avvenivano dopo una settimana dalla richiesta: nell’attuale situazione, potrebbe essere troppo tardi».

All’origine della carenza di medici di famiglia, secondo Pessina (che ha due fratelli medici, uno dei quali era di base proprio a San Vittore ma ora è pensionato) sono il numero chiuso alla facoltà di medicina e l’altra «strozzatura» all’ingresso delle scuole di specializzazione. «Senza medici di base – osserva – scomparirebbe l’attività di prevenzione e di screening della popolazione, che invecchia sempre più. Le esigenze sono destinate ad aumentare, al punto che anche mantenere lo stesso numero di medici, il che difficilmente accadrà, non sarebbe sufficiente».

Verso ambulatori a prezzi stracciati come incentivo

In attesa di provvedimenti strutturali – quali l’allargamento del numero di iscritti a medicina e la depenalizzazione (come avvenuto in altri Paesi) degli errori sul lavoro per incentivare le specialità di chirurgia e la medicina d’urgenza – una possibile soluzione la sta studiando la stessa Amministrazione comunale. «Abbiamo in progetto – spiega la vicesindaco Dolores Nuzzo, assessore alle politiche sociali e familiari nonché medico geriatra e dietologa – di dare in affitto gli ambulatori comunali a una tariffa molto calmierata, per favorire l’arrivo di giovani medici. Anche altri comuni danno spazi gratuiti o a prezzo contenuto. Vogliamo creare qualcosa di appetibile per un singolo medico, che lo incentivi anche a rimanere nel tempo».

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