Didattica “remota”: ora di religione a distanza da più di un anno

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Gli insegnanti di IRC del liceo di Gallarate, sin dal marzo 2020, non hanno mai avuto la possibilità di vedere, in presenza, alunne e alunni della maggior parte delle classi. Le nostre lezioni sono state incasellate nelle ultime ore, sino alla sesta. Non ho mai visto in classe la prima classico! Impossibile una minima rotazione? L’orario ha suscitato non poche perplessità, per numero di alunni in classe e numero d’ore giornaliere. Non tutti resistono, senza contraccolpi per la schiena, sulle nuovissime colorate seggiole, per sei ore! Alcuni studenti di prima mi hanno chiesto, nel gennaio scorso, d’uscire e proseguire, come nel mese di ottobre, la lezione in cortile e spazi verdi, anche sotto leggera pioggia. I giovanissimi sembrano adattarsi alle difficoltà del nostro tempo. Quanta aggiornata sia la nostra risposta, è da vedere. Un guadagno marginalizzare poi ulteriormente l’unica ora di religione? Rispondo con alcune citazioni.

M. Cacciari, notando lo spaesamento degli alunni di fronte alle opere d’arte cristiana, ha invitato i docenti a far leggere le parabole evangeliche. Nell’intervento su “La riforma della scuola, ed. Glossa 2001”, sostiene che l’educazione ha avuto una precisa finalità nella nostra civiltà. A partire dai greci, ha fornito gli strumenti linguistici necessari per affrontare impreviste situazioni. I Classici, Dante o Shakespeare, hanno affrontato il mutamento dando voce alla lingua, forzandola e dialogando criticamente con essa. Tali valori di criticità sono propri della nostra cultura e non devono comunque essere giocati contro i valori d’appartenenza. Apprendere insieme vuol dire riconoscere il valore della cultura e avvertire il pericolo della disgregazione. La scuola deve eliminare il dialogo sui problemi eternamente uguali, riducendosi a fornire solo informazioni o alla pura lingua calcolabile e manipolabile? Aggiungo che la Bibbia è un classico e prodotto di una tradizione, il libro più diffuso e tradotto. Essa attesta pure l’incontro tra mondo greco e quello ebraico. Gli alunni seguono con interesse letture e spiegazioni.

Le riflessioni di D. Castellano le riprendo anche per l’educazione civica (Del diritto e della legge, ed. scient. Ital. 2019). Secondo lo studioso viviamo una situazione babelica, sul diritto si finisce per dire cose diverse. L’ordinamento giuridico, più che strumento per regolare la società secondo giustizia, oggi è visto come il garante dell’assoluta autonomia. L’individuo dovrebbe avere pertanto la possibilità di realizzare disparati desideri. E’ un narcisismo che cerca, comunque e paradossalmente, legittimità nella comunità. Si scivola verso un’anarchia, contraria alla socialità e natura dell’essere umano. Per Castellano è un’aporia, contraddizione insuperabile, opzione utopica, già spiegata da Aristotele. Aggiungo che, questa pretesa d’indebite garanzie, alla fine, ci blocca: tutti a testa bassa tra denuncia e autotutela ….

E. Galli della Loggia sul Corriere della Sera 7/12/2020 descrive la condizione di vuoto politico-ideale dell’Unione Europea, derivata dall’inaridimento della fonte religiosa e della cultura classica. Queste, accomunate in un unico peculiare percorso formativo, avevano offerto un costante sostegno all’azione politica. Oggi l’UE non trova fondamenti perché, alle spalle della sua ricerca, sembra esserci solo un profondo vuoto.

Papa Francesco nel discorso al corpo diplomatico d’inizio anno, ha invitato a non rimanere inerti di fronte alla “catastrofe educativa”. L’Arcivescovo Delpini ha ripreso la questione definendola disarmante difficoltà. Con l’avvio della Quaresima ha richiamato alla preghiera, alle analisi e alla collaborazione.

Lo psichiatra E. Borgna (Le intermittenze del cuore, Feltrinelli 2003), sostiene che l’orientamento biologistico che influenza filosofia, psicologia, psichiatria e fondazioni etiche della vita, giunge a eliminare questioni come coscienza, libertà e responsabilità. Le discipline morali sono smantellate. Troppo facilmente si vuol risolvere i più semplici problemi della vita quotidiana, con i farmaci. E’aumentato il consumo di tranquillanti, alcolici e altro, durante il lockdown. La tradizione cristiana è una grande guida per fronteggiare i temi della sofferenza. Essa non si riduce a terapia psicologica o sociologica, ma ha alla base il compimento della “legge” annunciato da Gesù. Un messaggio che mette in cammino; contro il ripiegamento, che paralizza, invita a cambiare strada.

Luigi Sardella

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