Saronno, giovani costrette a prostituirsi: 7 arresti tra Varese, Como e Monza

SARONNO – Un circolo privato nascondeva un nightclub dove giovani donne straniere, attirate con il miraggio di un lavoro, venivano poi costrette a prostituirsi. Sette arresti tra Varese, Monza e Como. I carabinieri della Compagnia di Saronno hanno dato stamattina, sabato 30 maggio, esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Monza su richiesta della procura della Repubblica di quella Provincia, nei confronti di 7 persone (6 in carcere e una agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Al centro dell’indagine, condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Saronno, vi era la gestione illecita del nightclub Smeralo di Varedo.

Mi hanno violentata

L’attività investigativa è nata dopo un intervento dei carabinieri di Saronno in soccorso di una giovanissima ragazza del luogo, trovata alcuni mesi fa in stato di shock presso la sua abitazione. La donna aveva raccontato in maniera confusa di essere stata violentata e di essere stata costretta ad assumere droghe e alcol. Il racconto era poco chiaro ed in parte contraddittorio, anche se la vittima appariva comunque fortemente provata.  I carabinieri, valorizzando in contenuto di quella denuncia, poi parzialmente smentita nel corso delle indagini, hanno indagato sui luoghi frequentati dalla ragazza, sui suoi contatti e sulle abitudini, scoprendo che era inserita in un giro di giovanissime donne, alcune italiane ed altre straniere, che “lavoravano” presso un circolo privato di Varedo, di fatto gestito abusivamente come nightclub, all’interno del quale esercitavano la prostituzione.

Criminalità imprenditoriale

Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di una vera e propria associazione dedita alla consolidata, sistematica e duratura attività di reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in pregiudizio di una pluralità di donne, in prevalenza straniere ed in condizioni di bisogno o indigenza. Il sodalizio criminale era dotato di una propria organizzazione di persone, denaro, forniture e mezzi, compresi beni mobili ed immobili, e di una precisa ripartizione dei ruoli; perseguiva il proprio programma criminoso secondo modalità ed automatismi collaudati, esercitando in forma imprenditoriale le varie attività illecite all’interno dei locali.

Padre e figlio alla fuida dell’associazione

I promotori dell’associazione erano un 74enne ed un 47enne di origini calabresi (padre e figlio, residenti rispettivamente nelle province di Lecco e di Monza Brianza). Inoltre, destinatari delle misure, un 49enne residente in Brianza ritenuto il gestore degli affari per conto dei due congiunti; una donna 28enne, compagna del più giovane dei promotori, considerata l’intestataria/prestanome di conti correnti e aziende riconducibili alla gestione del locale notturno, attraverso i quali veniva riciclato il denaro di provenienza illecita; un albanese, gestore di fatto del locale; un italiano ed un albanese che avevano il ruolo di drivers/accompagnatori delle ragazze (si occupavano di trasportarle dalle loro dimore sino al locale e viceversa a inizio e fine serata).

Il privè, la vip room e la vasca idromassaggio

Il sodalizio approfittava dello stato di necessità in cui versavano le ragazze straniere per offrire loro lavoro e poi costringerle a prostituirsi. Il locale “Smeraldo”, che era ufficialmente un circolo privato (al quale anche le ragazze risultavano associate, regolarmente tesserate e mai assunte), organizzato abusivamente come un vero e proprio locale di intrattenimento notturno, si trovava al piano terra di un capannone industriale sito nella periferia di Varedo. Vi si accedeva da un ingresso ricavato all’interno di un ristorante che riportava la medesima insegna. Al suo interno vi erano locali privè, una sala bar ed una cosiddetta Vip Room, una stanza con al centro una grande vasca idromassaggio, all’interno della quale si consumavano rapporti sessuali.

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