SARONNO – Difesa interrotta: chiesta la nullità della condanna in “Appello bis” di Laura Taroni (nella foto). Nuovo ricorso in Cassazione degli avvocati Monica Alberti e Cataldo Intrieri che come primo motivo del nuovo ricorso alla Massima Corte adducono l’impossibilità di controesaminare il perito nominato dal Tribunale. Lo riporta il quotidiano di informazione giuridica e politica Il Dubbio.
I tre processi di Taroni
Laura Taroni è l’infermiera killer dell’ospedale di Saronno protagonista, con l’allora primario del Pronto Soccorso saronnese e suo amante Leonardo Cazzaniga, dell’inchiesta Angeli e Demoni. Taroni fu condannata a 30 anni in primo grado per l’omicidio del marito e della madre. Sentenza poi confermata in Appello. Appello annullato con rinvio dalla Cassazione e ri-riconfermato una seconda volta davanti ai giudici milanesi.
Le ragioni della seconda impugnazione
Ora arriva il secondo ricorso da parte dei difensori: «per avere la Corte violato i principi del contraddittorio nell’esame del perito, impedendo illegittimamente alla difesa di rivolgergli domande sulla metodologia del suo accertamento (a dire del Presidente superflue e semmai di sola pertinenza dei consulenti tecnici) e sul contenuto di alcune sue precedenti pubblicazioni in materia delle quali respingeva l’acquisizione e la lettura».
I difensori non sono mestatori
Il tema è relativo alla perizia sulla capacità di intendere e di volere dell’imputata. Cuore del processo. I difensori nel ricorso sottolineano il «pretestuoso impedimento del controesame della difesa che, per imperscrutabili motivi, la Corte ha espressamente vietato potesse vertere sulla metodologia ed i criteri adottati dal perito, quasi fosse un dozzinale espediente difensivo e non il criterio guida di fondamentali sentenze della Corte di Cassazione nell’ultimo decennio, anche a livello delle Sezioni Unite sulla prova scientifica».