Scandalo Castellanza Servizi: le pressioni sulla dipendente che ha denunciato

CASTELLANZA – E’ partita a gennaio di quest’anno l’indagine che ieri, mercoledì 6 novembre, ha portato all’arresto del direttore di Castellanza Servizi Patrimonio Paolo Ramolini e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre due persone. E’ partita dal coraggio di una dipendente della municipalizzata che ha denunciato il presunto malaffare che avrebbe portato Ramolini a mettere sul conto della municipalizzata il rinnovo dei serramenti della casa della figlia e a far figurare al lavoro l’amica direttrice della farmacia comunale San Giulio mentre questa si trovava invece in vacanza con lui.

Quattro raccomandate

Una denuncia che non è stata affatto indolore per la dipendente che, per settimane, da quando cioè Ramolini ha scoperto di essere sotto inchiesta e che a lanciare l’allarme era stata proprio lei, ha subito parecchie pressioni da parte del direttore generale. Non soltanto Ramolini avrebbe detto agli altri indagati, ma anche ad altri colleghi della donna, che era stata la dipendente a presentare denuncia. Ma la malcapitata, che già viveva una situazione lavorativa abbastanza precaria, s’è vista recapitare in un solo giorno dal datore di lavoro quattro raccomandate con altrettanti richiami per futili motivi. I richiami sarebbero stati da intendersi come la solida base sulla quale costruire futuri problemi lavorativi a carico della donna.

Serrature cambiate

E ancora alla dipendente sono state riferite voci su propositi di vendetta da parte degli indagati nei suoi confronti e nei confronti di altri informati dei fatti. Il direttore generale era diventato così sospettoso, infine, da aver fatto cambiare la serratura del proprio ufficio che chiudeva ostinatamente a chiave anche durante la pausa caffè. La possibilità di inquinamento delle prove, e per questo si intende anche l’eventuale pressione esercitata sui testimoni, è uno dei cardini sui quali fonda l’applicazione della misura di custodia cautelare. La stessa che ha portato Ramolini agli arresti domiciliari.

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