Risultava al lavoro in farmacia, ma era in vacanza con il Dg della Castellanza Servizi

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CASTELLANZA – Era a Rimini o in Turchia, mentre invece risultava al lavoro in farmacia. Emergono nuovi dettagli dall’inchiesta che all’alba di oggi, mercoledì 6 novembre, ha portato all’arresto del direttore generale di Castellanza Servizi Patrimonio Paolo Ramolini, attualmente ai domiciliari, e all’iscrizione nel registro degli indagati di Sara Costingo, direttrice della farmacia comunale San Giulio (controllata da CSP), amica molto vicina allo stesso Ramolini.

Era in vacanza ma risultava al lavoro

Così vicina da condividere con lui almeno tre viaggi, tre momenti di vacanza che, stando agli inquirenti, non sarebbero in alcun modo legati all’attività di CSp. Uno sulla riviera romagnola, appunto, gli altri due in Turchia. Di per sé il fatto che i due abbiano trascorso del tempo libero insieme non avrebbe rilevanza penale non fosse, però, che mentre si trovava in spiaggia o all’estero, Costingo (con il bene placido di Ramolini stando all’autorità giudiziaria) risultava invece essere presente in farmacia a Castellanza, sul posto di lavoro, quindi. Con tanto di ore lavorate e soprattutto pagate. Si legge, infatti, nelle 34 pagine dell’ordinanza che ha portato all’arresto di Ramolini: «Nel caso di specie le reiterate assenze della Costingo, non dovute peraltro a momentanei e contenuti allontanamenti dal luogo di lavoro, ma riconducibili a viaggia , anche all’estero, integrano certamente la condotta di reato contestata, alla luce della citata giurisprudenza». E ancora: «In altri termini, il danno cagionato dalla condotta non può ridursi all’importo totale delle retribuzioni indebitamente percepite, ma deve ricomprendere altresì il nocumento derivante alla farmacia comunale della scorretta allocazione in conseguenza delle reiterate assenze della direttrice. Costei in totale spregio della correttezza ed in totale fraintendimento del ruolo direttivo svolto nella farmacia comunale San Giulio (che mai deve tradursi in una patente di legittimità dell’agire a proprio piacimento) si allontanava dal luogo di lavoro e dall’Italia, in compagnia dello stesso Ramolini, omettendo scientemente di segnare le giornate in questione come non lavorate, e quindi percependo indebitamente indebitamente le relative retribuzioni».
I principali capi di imputazione sono, a vario titolo, di peculato e truffa aggravata. Ramolini, al momento, si trova agli arresti domiciliari in carico alla moglie.

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