La scuola “va” in carcere: gli studenti dell’Enaip incontrano i detenuti di Varese

VARESE – Per una quindicina di allievi dell’Enaip ha preso il via un ciclo di incontri molto particolare. I ragazzi saranno coinvolti in cinque appuntamenti presso la Casa circondariale di Varese. Obiettivo capire da vicino quali sono le funzioni di un carcere e approfondire i temi legati alla legalità.

Primo incontro

Il primo incontro (nella foto sopra) si è svolto nei giorni scorsi e ha visto il coinvolgimento di un gruppo di alunni della classe terza del settore autoriparatori. I ragazzi hanno incontrato i detenuti e gli agenti del carcere dei Miogni di Varese in quello che è ormai un progetto consolidato: è la 14esima edizione dell’iniziativa che si svolge in collaborazione tra le due realtà. Da un lato l’istituto di via Morandi diretto da Carla Santandrea, con referenti il comandante di reparto Alessandro Croci e il funzionari giuridico pedagogico Domenico Grieco. Dall’altro l’Enaip di Varese, coordinato da Emanuela Frigerio, con i ragazzi che vengono accompagnati nell’incontri dal professore Alessandro Manni e da Sergio Preite che si occupa di formazione per il centro.

Legalità al centro

Sono cinque in totale gli incontri che si svolgeranno nelle prossime settimane, direttamente presso la casa circondariale varesina. Nel primo appuntamento sono stati affrontati temi legati all’esperienza detentiva, tra cui gli aspetti trattamentali e le attività fatte in carcere relative a scuola e lavoro. Al progetto partecipa anche un gruppo di cinque detenuti che hanno modo di confrontarsi con gli allievi. Dopo un momento di plenaria ci si divide in tavoli e c’è la possibilità di fare domande e confrontarsi.

Ottima risposta

L’obiettivo principe del progetto è di sensibilizzare i giovani sui temi della legalità. Il prossimo incontro verterà sull’organizzazione del lavoro all’interno del carcere, e negli appuntamenti successivi si parlerà dei reati più vicini all’età degli adolescenti (come spaccio e guida in stato di ebbrezza) e sul tema delle conseguenze delle azioni illegali. La risposta dei ragazzi è positiva. «Si passa da un irrigidimento iniziale, perché il contesto non facilita la comunicazione, a tanta curiosità – spiega Sergio Preite – nel momento del dibattito la qualità è buona e dopo l’incontro si lavora su cosa i ragazzi hanno colto, a partire dall’aspetto dell’umanità. Per loro è interessante scoprire la funzione del carcere».