Un docufilm racconta la vita del “Gran Pignolo” varesino Mauro della Porta Raffo

mauro raffo

VARESE – Una vita che, se si dovesse ripercorrere tutta, «ci vorrebbero venticinque ore», è stata concentrata in “Due o tre cose che so di me”, docufilm dedicato al giornalista e scrittore varesino Mauro della Porta Raffo che sabato 25 febbraio sarà proiettato, in anteprima nazionale, alle 10.15 al cinema Miv alla presenza del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, del sindaco Davide Galimberti e dell’assessore alla Cultura Enzo Laforgia. A impreziosire l’opera, raccontando “Il Gran Pignolo” de “Il Foglio” di Giuliano Ferrara, ci sono gli interventi di personalità del calibro di Vittorio Sgarbi, Francesco Salvi, Marcello Foa, Aldo Cazzullo e Ferruccio De Bortoli.

Le riprese e il Covid

«È stata un’iniziativa di Gianluca Mattei, regista laureato al Dams in cinematografia che ha lavorato come giornalista per il Corriere della Sera», ha spiegato della Porta Raffo. «Dal momento che ci conosciamo da tanto tempo, un paio di anni fa mi propose di fare questa operazione, che ho accettato ben volentieri. “Due o tre cose che so di me” è stato girato nel 2020, quando era già in corso la pandemia del Covid, ma prima che lo contraessi io a inizio novembre, a cui è poi seguita una serie di varie malattie: le riprese mi mostreranno quindi decisamente in salute. Mentre invece, quando sabato mi presenterò al Miv, sarò in realtà reduce da quelli che, alla fine, sono stati quasi due anni di malattia. Ma me la sono cavata».

Bruno Vespa corretto a “Porta a Porta”

«È chiaro che, se ci fossimo soffermati su tutto, sarebbe stato necessario più tempo. La scelta è stata di esporre succintamente, con uno sguardo a volo d’uccello, approfondendo poi alcuni momenti e argomenti. Tra questi le mie passioni, come il gioco d’azzardo; o gli Stati Uniti d’America, con immagini che mi ritraggono a “Porta a Porta” dove, “Gran Pignolo”, correggo Bruno Vespa in merito. Ci sono poi le interviste che ho fatto alla televisione della Svizzera italiana, e i ricordi di come, con la mia famiglia, siamo venuti qui al Nord negli anni Quaranta. Una parte si svolge infatti ad Arcumeggia, perché mio padre è stato l’ideatore e realizzatore della sua galleria degli affreschi; in un’altra vengo immortalato insieme a Memo Remigi».

Gli Stati Uniti e la guerra in Europa

«Questo è un momento di estrema difficoltà, naturalmente derivante dalla guerra che si è scatenata in Europa», ha osservato riguardo al Paese a stelle e strisce Della Porta Raffo, presidente onorario della Fondazione Italia Usa che, con sede a Roma, cura i rapporti culturali tra le due nazioni. «Negli Stati Uniti c’è molto più dibattito di quanto possa apparire e venga riferito quotidianamente dai giornali. Non tutti stanno decisamente dalla parte di Biden, c’è anche parecchia gente che vorrebbe che le cose andassero in modo differente.
Stiamo a vedere, bisogna sempre ricordarsi di un aspetto importante oltre alla questione della Nato per cui, se un suo Paese fosse attaccato dalla Russia, l’intera alleanza dovrebbe intervenire nel conflitto: gli americani, per scendere in guerra, devono avere una votazione da parte del Congresso. Non è possibile che il presidente si svegli una mattina e dica “facciamo la guerra” ma deve proporre ciò al parlamento, che deve accettare e votare a maggioranza a favore. Ora, considerato che dopo le elezioni di medio termine alla Camera dei rappresentanti la maggioranza è dei repubblicani, non è detto che, arrivando a una situazione del genere, Biden avrebbe i voti per fare la guerra».

porta raffo pignolo docufilm – MALPENSA24