Provincia di Varese disidratata: acqua razionata in 22 Comuni. Altri 30 a rischio

VARESE – La crisi idrica non risparmia la provincia di Varese: sono già 22 i comuni in cui è in vigore l’ordinanza di razionalizzazione dell’acqua. E se non pioverà nei prossimi giorni, altri 30 comuni entreranno nella fase di pre emergenza. Ciò significa che quasi il 50% dei Comuni del Varesotto dovranno fare i conti con la grande siccità.

A snocciolare numeri, spiegare come si sta muovendo Alfa, società che gestisce il servizio idrico in provincia di Varese e analizzare le cause che in parte stanno “disidratando” la rete è il presidente Paolo Mazzucchelli.

Mezza provincia disidratata

«Attualmente ci sono 22 comuni sotto ordinanza di razionalizzazione dell’acqua nelel ore notturne. La situazione è di pre emergenza e se non piove nel giro di pochi giorni al tri 30 comuni entrano in pre allarme», spiega Paolo Mazzucchelli. E tra questi ci sono Besozzo, Cadegliano Viconago, Casalzuigno, Castelveccana, Clivo, Comabbio, Cocquio Trevisago, Cuasso al Monte, Marchirolo, Montegrino Valtravaglia, Orino, Saltrio, Tradate, Tronzano sul Lago Maggiore, Vedano Olona e Viggiù.

La piaga della dispersione

«Stiamo pagando 25 anni di mancati investimenti – continua il presidente di Alfa – E abbiamo il 40% di acqua che non arriva nelle case dei cittadini». Tradotto in una parole dispersione. A causa di una rete colabrodo. «Alla quale stiamo mettendo mano», continua Mazzucchelli che poi aggiunge: « Attenzione che l’acqua è un bene preziosissimo e che non va sprecato. E un patrimonio di tutti, ma non è un diritto, nemmeno per chi paga la bolletta. E la presenza di questo patrimonio dipende in parte da noi, ma anche dalla natura. Noi siamo chiamati a gestire al meglio questo patrimonio».

Il piano d’emergenza

«Quando devi razionare l’acqua – conclude Mazzucchelli – è chiaro che crei un disagio soprattutto per le fasce più deboli. Ci sono situazioni che sono sotto la nostra attenzione ed è per questo che abbiamo predisposto un piano di emergenza che prevede sia l’impiego di autobotti che la distribuzione di sacche d’acque per chi è più fragile».