Ospedale di Gallarate, FdI: «Così non si può andare avanti»

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GALLARATE – Servizi depotenziati, senzatetto che vivono stabilmente nei sotterranei, medici che se ne vanno. I vertici di Fratelli d’Italia a Gallarate lanciano l’allarme: «Così non si può andare avanti: non possiamo attendere per 7 anni il nuovo ospedale unico con il Sant’Antonio Abate in queste condizioni». 

L’ospedale oggi 

Secondo Marco Colombo, rappresentante di FdI in Commissione Sanità insieme a Giorgio Bardellini in qualità di esperto, «la situazione è complicata». Lo dice nella conferenza stampa convocata questa mattina, 18 giugno, a Palazzo Borghi, insieme al coordinatore cittadino Stefano Romano e al presidente del consiglio comunale Giuseppe De Bernardi Martignoni. «Noi siamo favorevoli all’ospedale unico e stiamo facendo leva a tutti i livelli per migliorare il progetto. Ma dobbiamo anche preoccuparci dell’oggi e le criticità sono evidenti a tutti». A partire dalla fuga dei medici. «Vanno via altri 2 anestesisti e stavolta vanno a Varese: non sono dunque soltanto ingolositi dal privato come ci è stato detto». Romano invece torna ad alzare la voce sulla questione dei senzatetto che vivono in ospedale: «Abbiamo persino fatto una interrogazione parlamentare a cui non ci hanno nemmeno risposto. Il personale ha paura perché gli episodi di violenza continuano a susseguirsi. E’ un problema di sicurezza e anche di igiene». 

L’ospedale domani 

In merito al riutilizzo del Sant’Antonio Abate una volta che sarà aperto il nuovo ospedale unico con Busto Arsizio, Fratelli d’Italia ha protocollato le proprie proposte e non fa mistero di essere insoddisfatta dell’ipotesi presenta da Asst Valle Olona durante l’ultima Commissione Sanità. Ci sono infatti troppi padiglioni che rimarranno vuoti. «Dobbiamo evitare per forza una seconda Legnano», dice Romano. «Ci sono nelle immediate vicinanze due case di riposo che potrebbero avere interesse ad allargarsi così come delle scuole: è possibile pensare di lasciare sguarnite tutte quelle aree?», si chiede Colombo. Aggiunge De Bernardi Martignoni: «Partiamo oggi con spirito propositivo per arrivare pronti tra sette anni quando ci sarà l’ospedale unico». Bardellini mette sul tavolo l’idea di destinare a partire da oggi le sale operatorie di Gallarate e la Rianimazione appena ristrutturata per attività di trattamento chirurgico ambulatoriale che dovranno continuare a rimanere in città anche quando sarà aperta la nuova struttura di Beata Giuliana. Propone il trattamento delle lesioni cutanee, del Piede diabetico e delle complicanze della idrosadenite suppurativa. «Sarebbe un’occasione di rinascita sotto il profilo scientifico della nostra realtà sanitaria territoriale».

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