Scuola, l’allarme di Paola Reguzzoni: «Chi paga il trasporto per gli alunni?»

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VARESE – Non è solo una questione di spazi, ma anche di trasporto. Il rientro a scuola continua a presentare una serie di nodi di complessa soluzione. E tra questi, il servizio bus ricopre una priorità al momento soverchiata dallo busto paola reguzzoni legaspasmodico dibattito su: lezioni in presenza, didattica a distanza, orario prolungato, alternanza dei giorni di frequenza e ricerca degli spazi. Insomma il problema è grande e con diverse sfaccettature, «ognuna delle quali aggiunge complicazioni nella ricerca della quadra e della soluzione. Che – attacca la consigliera provinciale della Lega, con delega al Trasporto pubblico, Paola Reguzzoni – non può prescindere dal rispondere al quesito: chi ci mette i soldi?».

I trasporti durante il Covid

Il punto di partenza è questo: in vista di settembre, per stare al rispetto delle norme anti Covid, anche il servizio bus dedicato agli studenti dovrà essere rivoluzionato. Se fino al giorno prima dell’esplosione della pandemia occorreva un autobus, oggi per soddisfare lo stesso numero di ragazzi, occorre per lo meno raddoppiare. «I mezzi – interviene Reguzzoni – ma anche i viaggi e i chilometri percorsi. Oltre agli autisti. E tutto questo comporta maggiori spese e quindi costi».
Senza contare che i pullman (per lo meno quelli di linea, le cui corse spesso coincidono con i percorsi “casa scuola”) durante il Covid hanno continuato a viaggiare. E quindi a garantire un servizio. «E anche qui – spiega la consigliera – c’è una doppia criticità di risolvere. Ovvero, da un lato le famiglie che hanno già pagato l’abbonamento annuale, ma non hanno sfruttato a causa del lockdown il servizio e dall’altro le aziende di trasporto che questo servizio l’hanno garantito e quindi non rimborsano».

Servono soldi. Chi li mette?

Oggi a sovrintendere il trasporto pubblico è l’Agenzia di bacino, dove Provincia di Varese ha comunque voce in capitolo. Detto questo, il paniere delle finanze che alimenta il servizio è costituito dagli abbonamenti, dai Comuni, soprattutto quelli grandi che hanno una propria rete urbana, dall’Agenzia di bacino appunto e dalla Regione. «Ma è chiaro che la crisi sanitaria ha creato una situazione straordinaria. E – aggiunge Paola Reguzzoni – se non interviene il Governo con uno stanziamento fondi ad hoc sarà difficile andare da qualche parte. Ma non solo Busto, Gallarate, Varese e la nostra provincia, bensì in tutto il Paese».

Niente sacrifici per le famiglie

«Una cosa è certa – continua la consigliera leghista – Non ho alcuna intenzione di chiedere un ulteriore sacrifico alle famiglie degli studenti. Anzi, sulla questione degli abbonamenti già pagati e non sfruttati a pieno per via del lockdown ho già avviato una trattativa con le aziende private del trasporto per spalmare sui primi mesi d’inizio scuola quei soldi già versati».
Per Paola Reguzzoni il tema deve essere quanto prima percepito come priorità dalla politica, «anche perché ormai la campagna abbonamenti è alle porte, ma anche l’inizio della scuola non è poi così lontano. Non possiamo arrivare ai primi di settembre senza avere un quadro chiaro e definito. Da parte mia, come consigliere con delega alla materia, già nelle prossime settimane, convocherò una serie di tavoli, specifici per i vari territori, con le aziende di trasporto privato per affrontare le questioni di più diretta gestione. Sul resto, mi auguro che da Roma vengano stanziati i fondi necessari, perché più che dei banchi con le rotelle, sulla scuola, abbiamo bisogno della benzina che faccia girare le gomme degli autobus».

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