GALLARATE – Paola Macchi è l’unica gallaratese in lizza per conquistare il 26 maggio un seggio all’Europarlamento. Architetto di professione, specializzata in feng shui, è stata nel primo (storico) gruppo di consiglieri regionali del Movimento5Stelle a entrare a Palazzo Lombardia, dove è rimasta fino a marzo 2018. «Credo al diritto delle persone di essere il più possibile felici», dice. Con lo stesso spirito punta ora a raggiungere Strasburgo. Dopo aver passato le selezioni interne al suo movimento, compare tra i candidati pentastellati nel collegio del Nord-Ovest.
Le abbiamo rivolto sei domande. Le risposte le trovate nella videointervista.
- Dopo cinque anni da consigliere regionale in Lombardia prova a raggiungere l’Europarlamento di Strasburgo. Perché?
- A un anno di distanza dalla formazione del governo giallo-verde, giudica sufficienti i risultati ottenuti dal suo movimento alla guida del Paese?
- Lei è a fianco di Beppe Grillo dagli albori e una tra i primissimi rappresentanti a entrare nei palazzi che contano. Cos’è rimasto del Movimento5Stelle dei primi anni e in cosa si è snaturato ora che ha conosciuto il potere?
- Da consigliere regionale si è battuta per lo spegnimento dell’inceneritore Accam, per la sanità pubblica e contro uno sviluppo insostenibile di Malpensa. Quali battaglie del territorio porterà ora in Europa?
- Ha seguito dai primi istanti il progetto dell’ospedale unico Busto-Gallarate e da sempre si è opposta. Perché?
- In provincia di Varese il M5S prende sempre molti voti, ma alle Amministrative non riesce a incidere. In consiglio comunale a Varese e Gallarate non esiste, da Cardano è sparito, a Busto resiste soltanto con una piccola rappresentanza. Per quale motivo fate così fatica a radicarvi sul territorio?